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174 | rassegna bibliografica |
G. Rondoni. Letture storielle con particolare riguardo all’Italia, ordinate secondo gli ultimi Programmi pei Licei — Volume I. Medio evo. - Torino, Paravia, 1891. In 16.° di pp. xii-290.
Di libri scolastici, fabbricati sui programmi ministeriali, l’Archivio non s’occupa volentieri, perchè in essi le ragioni commerciali soverchiano non di rado quelle scientifiche; ma di queste Letture, che rispondono a un concetto in parte nuovo, e che sono opera di un nostro egregio collaboratore, ci pare non disutile dare una breve notizia.
Il libro, come distribuzione di materie, è architettato bene. Il compilatore, diviso il medio evo in quattro periodi (dalla caduta dell’Impero d’Occidente a Carlo Magno; dai Carolingi alle Crociate; età delle Crociate e di casa Sveva; dalla Ano degli Svevi alla scoperta d’America); premette a ciascun periodo un breve sommario nitido e comprensivo. Le Letture seguono il corso cronologico dei fatti, e li abbracciano in una sintesi abbastanza completa; esse consistono in brani scelti da fonti storiche contemporanee, mescolati ad altri brani tratti da scrittori moderni.
Ora, della scelta non discutiamo; e vogliamo anzi dire che, rispetto alle fonti antiche, è fatta assai bene -, ma ci soddisfa poco questa mescolanza alla rinfusa di antico e di moderno; e più ci sarebbe piaciuto che si fossero fatte due categorie distinte, una dei racconti dei vecchi cronisti, e l’altra degli studi critici dei moderni scrittori. Quegli e questi, infatti, hanno un valore storico e morale affatto diverso: i primi rappresentano la fonte più genuina delle notizie; i secondi offrono, o dovrebbero offrire, i resultati ultimi dell’indagine scientiflca e del giudizio tìlosoflco sui fatti storici. Gli uni e gli altri corrispondono a due ordini diversi di studi: confondendoli insieme ne deriva una miscellanea più da dilettanti che da studiosi seri, la quale, anche sotto il rispetto educativo, non corrisponde pienamente al suo fine.
A questa, che a noi pare confusione, si può facilmente rimediare, completando e riordinando la raccolta; e intanto il compilatore voglia tener conto di un’altra osservazione.
Obbedendo a sani criteri scientifici, egli ha riferito vari testi di Paolo Diacono, di Eginardo, di Guglielmo di Tiro e di altri nel loro barbaro latino medievale, e di ciò lo commendiamo senza riserbo: ma non sappiamo condonargli di avere sostituito al testo originale, efficacissimo, di Fra Salimbene, nel ritratto che egli dà di Federigo II, il volgarizzamento di un moderno, dilavato e noioso.
Un’ultima osservazione sulle note. In queste il R. è stato assai sobrio, nè sappiamo fargliene carico; giacchè, considerata la