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del nome « napoleone » | 111 |
proprio e d’uso non frequente, ossia in una parola poco viva di necessità nella coscienza dei parlanti, e soggetta pertanto ad essere ripetuta con minore esattezza. Rispetto poi all’i dell’uscita, partecipiamo nel modo il più manifesto a quella condizione particolarmente favorevole che era parsa da far valere in favore dell’altra ipotesi.
Resta da chiarir bene il punto principale. Qual grado di ammissibilità di verosimiglianza ha mai la deduzione di un aggettivo da un nome locale mediante un suffisso -one, o -ione che abbia ad essere?
Dato il suffisso -ione, ci si aprirebbe dinanzi, come s’apriva movendo da Neopolo, anche la strada ellenica1. Il greco ha un numero ragguardevole di aggettivi in -ίων presi da nomi di città o di provincia2. Ora, l’applicazione di un suffisso greco ad un vocabolo greco esso stesso, designante una città che si mantenne prevalentemente greca per molta parte dell’età imperiale3 e dove elementi greci si vengon mostrando anche durante il medio evo4, deve apparire in sè stessa cosa verosimile. E la verosimiglianza parrà accresciuta dal fatto che il greco Νεαπολίτης si fece strada presso i latini, e che non è se non un’ibrida sua figliazione la forma stessa di cui siamo avvezzi noi a servirci. - Ma questo che pare un argomento in favore, è invece una ragione contraria assai forte. Il derivato greco di Νεάπολις vivo nella mente di tutti, era Νεαπολίτης, non Νεαπολίων. Supporre che accanto alla voce comune
- ↑ Un sentieruolo s’avrebbe anche coll’ -one; ma troppo incerto, perchè fosse da avventurarcisi.
- ↑ Pape, Op. cit., p. xxi.
- ↑ Jung, Die romanischen Landschaften des römischen Reichs, Innsbruck, 18S1, p. 519; Budinsky, Die Ausbreitung der lateinischen Sprache über Italien und die Provinzen, Berlin, 1881, p. 43.
- ↑ Ved. Budinsky, l. cit.; e si avvertano nei Monumenta del Capasse le sottoscrizioni in caratteri greci, i nomi greci, ecc.; cose tutte troppo bene spiegate dalle ragioni storiche.
derno della città di Milano, p. 94, Morosi, d’Ovidio, Salvioni, in Arch. Gluttolog., IV, 136, IX, 74, 206, 253, Hirsch, in Zeitsch. für. roman. Philol., IX, 522, ecc. ecc. Cito luoghi che ci guidano fuori delle consuete formole ar, ja, e dove figurano le nostre regioni settentrionali, le centrali, le meridionali. E allegherò io stesso il menata, manata, del napoletano, per soggiungere come menuda dica anche la Valtellina, ossia l’estremo nord, in certi sensi specifici; e il casato de Nevilijs, Nevigle ecc. nel Codex Astensis cosiddetto de Malabayla (Vedasi l’«Index Hominum»), in quanto è un caso propriamente di Na-, e uno di quelli che mostrano come il fenomeno si venga a produrre anche senza che siano in giuoco le spinte dissimilatrici.