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100 l'etimologia e la storia arcaica

Più su di così non accade di poter risalire tra gli Orsini. Un altro Napoleone, più antico di un par di generazioni almeno, avviene bensì di incontrare in quella stirpe piemontese dei signori di Rivalta, Orbassano e Trana1, che si vuole propaggine della famiglia romana, e che tale potrebbe anche essere, nonostante le fiabe narrate a questo proposito2. Ma se è personaggio sicuro un Amalrico, di cui Napoleone avrebbe ad esser fratello e del quale si conosce una donazione fatta nel 1132, non vedo addotta nessuna testimonianza positiva per l’esistenza del personaggio che importerebbe a noialtri.

Un’altra catena napoleonica presenta la schiatta che diremo de’ Conti della Gaifana, di Coccorone3 e d’Antignano, signora di ampi e copiosi dominii nel territorio di Foligno4. Intorno ad essa fornisce ragguagli copiosissimi Durante Dorio da Leonessa, nella sua Istoria della Famiglia Trinci: uno scrittore dal quale, usando discernimento, si può cavare partito ben maggiore di quello che la sua qualità di genealogista, e genealogista del secolo XVII, potrebbe far supporre. Che, se nell’opera sua (parlo dopo aver speso tempo parecchio per appurare lo cose) abbondano di sicuro le inesattezze, i rannodamenti erronei ed arbitrarli, ed anche i ricami fantastici, parte suoi propri, parte da lui accettati, non è già ch’egli non abbia ammassato, frugando in molti archivi, una ricca suppellettile di notizie ben genuine. Del resto, per ciò che spetta a noi, la maggior parte dei dati ch’egli ci somministra

  1. Litta, Orsini, tav. i.
  2. Gamurrini, Istoria genealogica delle famiglie nobili Toscane, et Umbre; Firenze, 1668-1685, II, 12. Figuriamoci che gli Orsini di Piemonte, non chiamati mai così fino al secolo XVI, dovrebbero discendere da un Orso, che, partitosi da Roma, avrebbe sposato qual seconda moglie un’Atalasia, Signora di Pinerolo, la quale, fatta ragione dei tempi, altri non potrebb’essere che la famosissima Adelaide, Contessa di Susa.
  3. Coccorone, o comunque il nome sonasse, poiché si trova scritto in più modi, era un castello che fu distrutto nel secolo XIII, e sulle cui rovine sorse poi Montefalco.
  4. Riportando documenti che concernono questa schiatta, il Ficker le attribuisce il casato «Monaldeschi» (Urkunden, n. 206, 210*, 252, 254, 267). Impropriamente, si badi, e con grave pericolo di rinnovar confusioni frequenti presso vecchi scrittori. Giacché, sebbene il ramo della famiglia a cui spettano i documenti abbia realmente per capostipite un Monaldo, non vedo che il nome abbia servito a designare i discendenti, altro che immediati («Raynaldus Comitis Monaldi», e sim.). La stessa designazione illegittima è ripetuta anche nella nuova e monumentale edizione dei Regesta Imperii del Böhmer, di cui il Ficker stesso vien curando la parte che va dal 1198 al 1272.