Pagina:Archivio storico italiano, serie 5, volume 7 (1891).djvu/111


del nome « napoleone » 91

rattenuto, e rattenga tuttora, dal cercare più addentro. Cosa mai infatti di più lucido che Napoleone nella seconda sua parte? E non trova esso forse luminose analogie anche in un mondo ben diverso da quello dove lo Zanetti, convinto di aver a fare con un nome «iis adcensendum quae per Italiae fines barbarico aevo ex ignorantiae latebris ubique erupere», andò a prender le sue? Quella intanto, a lui certo ben cara, di Timoleone; e l’altra, meno eroica, ma più valevole agli occhi di uno storico, del comunissimo Pantaleone, cui, beninteso, si raccomanderà qui caldamente — perchè le ceneri napoleoniche, se ancora rimangono nel loro sarcofago, non fremano d’ira — di non rammentarsi per nulla che il veneziano Pantalone non sia che un suo deturpamento. E a Timoleone o Pantaleone l’onomastica greca, cui essi appartengono, mette accanto non pochi compagni: Agroleone, Antileone, Aristoleone, Gorgoleone, Deileone, Demoleone, Eurileone, Trasileone, Licoleone, e che altro so io1.

E un composto di Leone il nome nostro potrà sembrare anche a chi cerchi di addentrarsi un po’ più coll’indagine e colla riflessione. I Leoni intanto abbondano quanto mai in casa nostra fin dal primo medioevo; e sono abbastanza numerosi gli accoppiamenti leonini indubitati. Qui mi giova specialmente di rammentare un Tauroleo, padre di un cotale che fa da testimonio nel 1031, menzionato in un documento, greco di linguaggio, ma, a quanto par bene, italiano di patria2. Questo nome ripeterà forse la sua origine da un Leone figlio di un Toro. Ne suscita almeno l’idea un riscon-

  1. Ἀγρολέων, Ἀντιλέων, Ἀριστολέων, Γοργολέων, Δηϊλέων, Δημολέων, Εὐρυλέων, Θρασυλέων, Λυκολέων. Ho preso questi esempi dal Pape. Wörterbuch der griechischen Eigennamen, 3te Aufl., neu bearb. von Dr. G. E. Benseler, Braunschweig, 1863-1870, p. xxx.
  2. Cod. dipl. Cav., V, 251. Gli editori, nell’indice geografico, hanno trascurato di determinare, o cercar di determinare, la più parte dei nomi di luogo che occorrono nella carta; solo registrano, alludendo ad essa, un «Appium, in agro Barensi». A me nasce un po’ di sospetto che il documento possa forse appartenere a quella Terra d’Otranto, così ricca un tempo di elementi greco-bizantini, che in parte ancora vi persistono. Il sospetto mi è suscitalo da un μαλια, in cui mi domando se sia forse da riconoscere Maglie: idea che può forse trovare qualche appoggio nella titubanza che par di rilevare rispetto al genere da assegnarsi al vocabolo (της τοῦ μαλια). In tal caso dubiterei altresì che il nome della patria di chi fa stendere l’atto, sia scritto, o trascritto, inesattamente; e che dove si dice «απο του κασανου, sia da correggere απο του κασαρανου: da Casarano. anzichè da Cassano. Di Cassani, del resto, non c’è penuria neppure nell’Italia del mezzogiorno.