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la loggia di or' san michele 85

già alla metà del secolo, nel 1354, come sappiamo da Matteo Villani, in una lunga siccità, il popolo fiorentino ebbe ricorso a un’altra Madonna, a quella dell’Impruneta, o in Pineta, come allora si diceva1. Tempora mutantur et nos mutamur in illis! In una lettera di Franco Sacchetti a Jacopo di Conte, aggiunta alle sue Novelle, si trova il seguente passo: «Quanti mutamenti sono stati nella mia città pure nella figura di Nostra Donna? E’ fu un tempo, che a Santa Maria da Cigoli, ciascuno correa; poi s’andava a Santa Maria della Selva; poi ampliò la fama di Santa Maria di Pruneta; poi a Fiesole a Santa Maria di Primerana e poi a Nostra Donna d’Orto san Michele. Poi s’abbandonarono tutte»2. – Quantunque egli inverta l’ordine, facendoci credere, che la Madonna d’Or’San Michele fosse stata l’ultima venuta in onore, ci dà però una gran notizia: «s’abbandonarono tutte». - Si era anche abbadonata la nostra miracolosa imagine. Per quali ragioni? non possiamo dire - ci basti il fatto.

Nel tempo già detto il gran maestro Orcagna ideava ed eseguiva i bassorilievi del tabernacolo per quella Loggia, dove i contadini continuavano sempre ad esporre in vendita il loro grano. Ma di quel palagio, a due volte, che di sopra si doveva inalzare3, per ora non si vede nulla. E ne sappiamo certe ragioni: «Era cominciato innanzi alla mortalità il nobile edifizio del palagio sopra 12 pilastri nella piazza d’Or san Michele, per farvi granai per lo Comune, acciocchè si stesse in continua provvisione di grano e di biada, per sovvenire il popolo al tempo della carestia. Ma avvedendosi il Comune, che il minuto popolo era ingrassato e impoltronito dopo la mortalità e non volea servire agli usati mestieri, e voleano per loro vita le più care e le più delicate cose che gli altri antichi cittadini ecc. ecc.. perochè l’ab-

  1. M. Villani, Cronica, libr. IV, cap. 7.
  2. Franco Sacchetti, Lettera a Iacopo di Conte aggiunta alle novelle, t. III, p. 470.
  3. G. Villani, Cronica, libr. XI.