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80 | la loggia di or' san michele |
und wer steht, dass or nicht falle» (badi ognuno come opera, e chi sta in piedi, di non cadere!). Riapriamo per un momento il libro dei Capitoli della Compagnia del 1294 e leggiamo che cosa quivi si dice e si richiede dai Capitani: «Ordiniamo che la decta Compagnia abbia sempre 6 capitani buoni e honesti e di buona conversatione (cioè vita) electi e chiamati con puritade di conscientia, che siano tenuti e debbiano eleggere li altri Officiali de la decta Compagnia, e l’officio de’ capitani sia et essere debbia di mantenere et d’accrescere l’onore et la reverenza de la Vergine Maria nel detto luogho et Oratorio d’accendere la devozione de le genti a laude et reverenzia de la nostra Donna, et all’utilitade de’ poveri»1. - Questi uomini, «buoni e honesti» erano divenuti ricchi signori che menavano bella vita. Avendo diritto e dovere di eleggere dopo la durata di quattro mesi del loro ufficio, i rispettivi successori, invece di far la scelta fra i concittadini «con puritade di conscientia», praticavano una specie di simonia, un traffico dei loro uffici. E allora fede e riputazione cominciò a scemare. Da quell’anno in poi si ha da fare la storia della progressiva decadenza morale di quella una volta tanto esimia congregazione. Due volte, nel 1415 e nel 1591, si tentarono delle riforme della Società2; le leggi dell’ultima furono in vigore fino alla soppressione della Compagnia, cioè fino al 1752.
E la Madonna? Il Comm. Milanesi, sfogliando un giorno nell’Archivio di Stato le carte di un certo libro proveniente dalla Compagnia d’Or’ San Michele, si imbattè in un passo del tutto nuovo, che dice, sotto il dì di primo Maggio 1346: «A Bernardo Daddi, dipintore, che dipinge la tavola di nostra donna, in prestanza per la detta pittura: fiorini 4 d’oro». E poi in un altro libro della medesima provenienza: «A Bernardo di Daddo, dipintore, per parte di pagamento