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fra venezia e ravenna 89

vissimi dazi. E tanto seppero ancora fare i Veneziani senza odio, senza invidia degli altri Italiani a cui la vittoria di Legnano avea portato frutti mollo più scarsi.

Che fermata la tregua, i consoli, i deputati delle città della Lega, come attesta la cronica Altinate, partivansi benedicendo a Venezia ispiratrice della italiana concordia, e mediatrico della pace, per cui rimarrebbe eternamente famosa e benomerita.

E l’imperatore, perduta ogni speranza di contrastare novellamente ai Veneziani l’imperio del mare, in sul finire di sottombre fece vela per Ravenna, dove Pietro Traversari lo accoglieva nelle sue case e con recale magnificenza lo ospitava più giorni.

[L'arcivescovo Ravennate si adopera in Costanza per la pace.] E nella conclusione della pace di Costanza, avrebbe poi avuta gran parte l’arcivescovo di Ravenna, secondo la cronaca di Iacopo Malvezzi da Brescia: Intercurrentibus autem multo tempore legatis hinc inde, venerabilis pater et Civis noster memorandus Dom. Gulielmus de Cardinalibus tunc archiepiscopus Ravennatum pro Lombardis ad Imperatorem profectus est. E più sotto: Anno Christi Domini 1183, Iulio mense in Constantia urbe Alemaniae idem Dom. Guglielmus pacem inter Longobardos et Imperatorem composuit1.

[Gerardo ed Alberto arcivescovi Ravennati guidano i navigli veneti in Terrasanta.]

VIII. E pure in quella parte di storia veneta che riguarda le Crociate, troviamo il nome di Ravenna, che i navigli veneti furono capitanati da due arcivescovi ravignani ciò è Gerardo ed Alberto.

Del primo parlò anche l’Ammirato, e sembra abbia ricavato dalle croniche di S. Antonino, che papa Clemente III facendo predicare la crociata nell’anno 1188, «mandò fra gli altri l’arcivescovo di Ravenna, monaco di Cistello a Firenze, per predicare la Croce per lo detto passaggio: le cui parole sì fattamente commos-

  1. Rer. Italie. Script., Tom. XIV. col. 881.