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80 delle antiche relazioni

cittadini, concedendo loro per undici anni le rendite del mercato di Rialto. E Federigo non sapendo come quetarla, permise ai Consoli Genovesi nell’anno 1102 di cacciare tutti i Veneziani, poi spinse loro addosso e Padovani e Veronesi e Trevigiani e Ferraresi, ma tutti rimasero vin i come si legge nella cronaca Altinate: da ultimo venuto egli medesimo a battaglia con essi tra Pirano e Parenzo in luogo detto Salvore, ebbe le sue navi affondate e disperse. Nondimeno quando novellamente vinto dagli Italiani a Legnano fu ridotto a chieder pace, si pensava di valersi de’ Veneziani per conchiuderla; anzi faceali arbitri delle sue quistioni con la Chiesa: in tantum ducem et Venetos diligere coepit ut scriberet multoties duci quod ejus arbitrio et laudationi de pace ecclesiae informanda stare vellet libenter, come leggesi nella cronaca Altinate1.

[ Ancona assediata dai Veneziani e dai Ravennati. ] V. A condurlo all’amicizia dei Veneziani molto valse l’aiuto prestato da questi sino dal 1173 a Cristiano arcivescovo di Magonza suo Legato nell’assedio di Ancona tenuta dall’imperatore Bizantino. Nè a Federigo, che aspirava alla signoria dell’Italia tutta, nè a’ Veneziani che voleano esser signori dell’Adriatico, piaceva che colà dominassero i Greci. Andarono adunque concordi a questa impresa, nella quale i Veneziani si trovarono uniti a’ Ravennati che vi furon condotti dal Legato imperiale; ma il maggior vanto riportarono gli Anconitani per il paziente durare nella penuria di viveri. E già stremati di fame, ogni più immonda cosa si recavano alla bocca nè oramai rimaneva ai difensori tanto di forza da portare l’armatura. E qui, sebbene a molti sia noto, non so tacere il fatto di quella gentildonna che accostatasi col suo bambino in collo ad uno di coloro che stava a guardia della porta Balista, il domandò perchè giacesse, e quegli «in breve, disse, verrò meno per il lungo

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