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546 | annunzi bibliografici |
Di Romano posto tra le stazioni antiche di Ghisalba, di Anteniate, di Calcio, di Martinengo, di Curia Nova o Corte Nova si trova prima menzione solo verso il mille per beni che vi possiede un giudice Lazzaro e che dona alla basilica di S. Alessandro in Bergamo. Romano prese incremento quando nel 1151 venne dal Capitolo di S. Alessandro predetto dato in feudo ai Conti di Martinengo. Nelle guerre delle federazioni guelfe contro Federico Barbarossa andò devastato Romano, e, come era propugnacolo ai confini orientali della Repubblica di Bergamo, i Consoli di questa città nel 1171 provvidero alla riedificazione in luogo più opportuno. Così come i Bresciani fecero sorgere Orzi Nuovi a canto del vecchio, come Lodi nuovo suppiantò Lodi Vecchio, allora si ebbe l’attual Romano a lato di Romano il vecchio. Anche il Nuovo fu abbattuto dai Milanesi dopo la battaglia della Mala morte nel 1191. Ma risorse tosto, per modo che nella di lui chiesa di San Giorgio nel 1267, quando prevalse con Carlo d’Angiò il partito guelfo, si strinse alleanza dai delegati di Milano, Bergamo, Cremona, Piacenza. Qui il Muoni descrive il passaggio di Carlo e l’opposizione che gli dovea fare Buoso di Dovara, e ripete la di lui corruzione per l’oro francese. Noi crediamo d’aver mostrato nell’opuscolo La Francia Corta che quell’accusa fu calunnia del partito vinto, perchè Carlo passò l’Olio per sorpresa sul ponte apertogli dai Conti di Caleppio della famiglia dei Martinengo.
Quantunque ricostrutto per concorso di Bergamo, Romano ricalcitrava al predominio di que’ cittadini, onde come le valli, quando Venezia nel 1428 stese il suo dominio sino all’Adda tentò e per poco ottenne di dipendere direttamente da Venezia e non da Bergamo. (Questa opposizione de’ contadi alle città dominatrici e mal nota agli storici nostri e merita attenzione. Giunto a questo termine il Muoni s’indugia con predilezione sulla vita di Bartolommeo Colleoni che compi la gloriosa vita nel vicino castello di Malpaga e che ebbe da Venezia anche la Signoria di Romano. Ma nulla aggiunge alle notizie storiche su quel Capitano pubblicate dall’Archivio Storico, e conviene con noi nel concetto di purgare Venezia della colpa per la condanna del Carmagnola.
Con vivo amore il Muoni scrive anche della vita e delle opere dell’insigne idraulico e matematico Antonio Tadini nato a Romano nel 1754. E con sottile diligenza discorre dei Signori di Coro e di Antegnate, dei reggitori di Mozzanica, di Barbata, della famiglia Bentivoglio, degli Oldofredi od Isei, e compisce assai bene il suo lavoro con larga copia di documenti e regesti dall’840 al secolo nostro, de’ quali alcuni inediti proprii, altri avuti da Wüstenfeld. Il racconto del Muoni non alletta per arte, ma istruisce special-