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540 annunzi bibliografici

«la dottrina et non con il dir malo et eoa e libelli famosi, perchè questi modi di procedere dispiacciono a S. E.; et desidererebbe che e giovani studiosi di cotesta città si esercitassino nelle cortesie et non nelle maledicentie indegne della nobiltà loro». Di mediocre importanza sono due lettere del Giovio; anche minore l’hanno lo tre, brevissime, del Bembo, di monsignor Della Casa e di Scipione Bargagli: ma quella di mons. Giovanni è sopra tutte notevole come modello di scrittura familiare. Una lettera di Orlando Malavolti e un’altra di Luca Contile si riferiscono ad interessi della città di Siena, e hanno un certo valore storico, se non scemasse loro pregio l’essere due documenti isolati, spiccati per saggio dalla lor serie naturale, di modo che se ne ricavano notizie vaghe di pratiche diplomatiche, senza principio nè fine. Precede alle lettere una garbatissima prefazione dell’egregio editore, prof. Pietro Ferrato.

C. P.


Notizie della Terra di Venzone in Friuli, con documenti, per Vincenzo Joppi. - Udine, Tip. di Giuseppe Seitz, 1871; in 8vo di pag. 70 (Nozze Stringari-Marzona).


Il nostro valente collaboratore dottor Vincenzo Joppi divise le sue Notizie in due parti, e le fece seguire da quindici documenti inediti. La prima parte dice la topografia, l’origine di Venzone e le varie signorie a cui fu soggetta: tratta la seconda del governo, della popolazione, dei monumenti, delle istituzioni, delle epigrafi, e di altre curiosità. Anche il testo si fonda sopra atti autentici.

Venzone, sulla via di Germania, sorse in virtù del traffico fra le due nazioni. Del 1001 è il primo documento, onde Ottone III imperatore donò a Giovanni IV patriarca d’Aquileia l’erbatico del Fella, uno dei confluenti del Tagliamento. Passò quella terra in dominio via, via della famiglia di Mels, dei duchi di Carinzia, dei conti di Gorizia, de’ patriarchi d’Aquileia, dei duchi d’Austria e ancora dei patriarchi fino alla dedizione alla Repubblica veneta, a cui fu soggetta dal 15 luglio I5?0 al 19 marzo 1797. Ultimo baluardo del’a pot m za temporale di patriarchi, non pertanto fu scomunicata per ben tre volte. Inquieta sempre, ebbe lotta coi vicini, e le armi nemiche spesso si abbassarono innanzi alle sue fortificazioni. Però qualche volta piegossi; e nove documenti illustrano la resa memorabile del luglio 1336 al patriarca Bertrando.

Non ostante i varii dominatori questa terri si resse con propri statuti, di cui la prima rubrica conservata è del secolo XIV, e coi due Consigli delle comunità italiane. Celebre è il duomo architettato