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tesori d’arte che lo impreziosivano nei giorni del suo vero splendore. Fra questi tesori, è di gran pregio la collezione dei libri di coro sparsi di bellissime miniature condotte da differenti artisti. Questi libri, alla prima abolizione del monastero avvenuta nel 1783, passarono in parte alla Biblioteca di Brera e vi stanno tuttora.

Ora, noi rovistando in certo luogo alcune vecchie memorie della Certosa pavese, trovammo nota di un incarico dato da quei monaci a Don Evangelista della Croce, milanese, canonico regolare e vicario nel monastero di S. Maria di Casoretto poco lungi da Milano, di miniare un libro per le loro officiature; e ricercando pazientemente nel nostro archivio notariale, vi rinvenimmo un rogito del primo dicembre 1544, in cui il Della Croce promette a Don Gregorio Litta, Sindaco della Certosa di Pavia, di fare super libro uno in carta vitulina magno de quaternis 13 foliorum int., numer. 104 literas solemnes ameniatas cum historiis intus frixis, et ornamentisi etc, per il prezzo di cento scudi aurei del sole. All’atto notariale sta unita una polizza in cui è indicato minutamente il lavoro che doveva eseguire il miniatore nel libro, ch’era un messale romano da coro; e da fattane ispezione possiamo assicurare che il messale, diviso in più quaderni muniti di robusta legatura, sta in ottima conservazione in Milano nella Biblioteca nominata di Brera. È una meraviglia d’arte per la purezza dello stile e la precisa esecuzione degli ornamenti a colmi ed oro, e delle bellissime storiette che compaiono qua e là nelle principali festività dell’anno. Il foglio più splendido è forse quello della terza messa di Natale su cui è notato l’anno 1549.

Lo stile del lavoro appalesa nel miniatore Della Croce un artista che giovane aveva studiato le opere di Leonardo e più tardi aveva veduto quelle del Correggio: la maniera di quest’ultimo si ravvisa principalmente nella dolcezza delle tinte, nel giuoco delle ombre, nel modo