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522 concetto storico, civile e morale

uscirne e sentirsi già pronta a salire: Della mondizia ti sol voler fa prora: Che, tutta libera, a mutar convento L’alma sorprende, e di voler lo giova. Prima, vuol, ben: ma non lascia il talento Che divina giustizia, contro voglia, Come fu al peccar, pone al tormento[1]. E altrove assomiglia il desiderio della paziente anima che il patire finisca, e la volontà che il patire non cessi infinchè giustizia non s’adempia, lo assomiglia alla passione di Gesù Cristo che, sentendo la terribilità del dolore, voleva il dolore[2]. Non immemori di tutta la vita passata fa Dante le anime purificate, come Virgilio fa le anime trasmigranti, ma immemori della colpa, e nella memoria consolate del bene in vita fatto e del bene per grazia ottenuto. Concetto più conforme alla dignità dello spirito; e lo rende più poetico ancora l’esultare che alla liberazione di ciascun’anima fa tutto il monte, quasi palpitando di gioia, e il gridare nel canto che fanno tutti gli spiriti pii gloria a Dio[3]. Consuona così l’inno angelico al salmo: «nell’uscita d’Israele d’Egitto, della famiglia di Giacobbe dal popolo barbaro i monti esultarono come arieti, come agnelli esultarono i poggi»[4]. Che aveste voi da esultare, o monti, e voi, poggi? Al cospetto del Signore si commosse la terra, al cospetto del Dio d’Israele.

Importa discernere nella poesia quel ch’è opera della riflessione e lavoro dell’arte deliberato, e quello che nell’anima del poeta si fa per il consentimento co’ suoi coetanei, per l’effetto de’ privati e de’ pubblici avvenimenti, per la progressione de’ tempi; acciocchè non sia a’ singoli ingegni attribuito, oltre a quanto conviene, pregio e merito; nè demerito e difetto imputato. Cotesto discernimento dovrebbesi non solamente ne’ giudizii critici e nelle storie letterarie osservare, ma nelle cose morali e civili eziandio, e forse più: osservato, farebbe della censura letteraria e sociale un’opera di sapienza e di probità, guiderebbe le menti e gli animi, gli ispirerebbe. Applicando questa norma ai lavori dell’arte, e a Virgilio; vedrebbesi come anco alle cose imitate egli aggiun-

  1. Purg. 21.
  2. Purg. 22.
  3. Purg. 20.
  4. Sal. 113.