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510 | concetto storico, civile e morale |
masque in aperta pericula mittunt1. Siccome, vagheggiando con ammirazione riconoscente e con presaga compassione la prodezza d’Eurialo, ad Ascanio animum patriae strinaxit pietatis imago; così, vedendo impallidire la faccia di Pallante che muore, a Enea mentem patriae strinocit pietatis imago2: ripetute non a caso le stesse parole, con ripetizione più possente che le consuete d’Omero. Poi ritroviamo Ascanio trepidante tra i giovani accorsi intorno al padre ferito, che sta acerba fremens.... nixus in hastam.... lacrymis immobilis3: poi, quando il padre, riavutosi, ritorna alla mischia, Ascanium fusis circum complectitur armis, Summaque per galeam delibans oscula, fatur.
Sanno di vanto le parole del padre che seguono disce, puer, virtutem ex me; come quelle altre a un morente Ae~ neae magni dextra cadis, e di Camilla a un altro morente, nomen tamen haùd leve patrum Manious hoc- referes, telo cecidisse Camillae4. Ma, più gentile che tutte le donne d’Omero, Camilla risplende della sua purità, circondata dalle elette compagne vergini, suo decoro, ministre valenti di pace e di guerra. Cassandra, anch’essa immagine pura, che con le mani avvinte e i capelli sciolti è tratta dal tempio di Mi- nerva, e tenta indarno sottrarla a servitù Corebo, lo sposo infelice, che. per amore, ai funesti di lei vaticinii non diede retta5. Lavinia è immagine pura, e nella timida luce del suo pudore appare più bella di quel che parrebbe a descri- verne le grazie a parte a parte; e, parlando col silenzio al cuore nostro, così come al cuore di Turno, dimostra come prevalga al dramma in ciò l’epopea, che può far tacere i suoi personaggi, e nondimeno addentrare la nostra nell’anima loro6.
Turno è in pochi versi ritratto: «invia suoi gentili a re Latino, ordina preparinsi le armi, si difenda l’Italia, respingasi da’ confini il nemico; lui solo essere assai contro