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500 concetto storico, civile e morale

sente Cartagine e dal fratello tradita, che l’odio al fondatore di Roma futura1. La pietà del figliuolo riconduce Venere innanzi a Vulcano a colloquio coniugale, con verecondia accennato; e Vulcano si desta al lavoro, della fucina nell’ora che la madre di famiglia desta la fiamma sopita, e che, prevenendo coll’opera il dì, esercita le sue fanti, per conservare casto il letto maritale e allevare i suoi figliuoletti2.

Le cure che Cirene d’Aristeo3, corrispondono a quelle che Venere prende d’Enea4: e al sì poetico apparire di questa in sul primo a consolargli la ansietà dell’esilio, corrisponde l’apparizione accennata di Creusa, beata più che donna, al marito5, apparizione tanto più bella che l’addio d’Euridice a Orfeo, fra le tenebre della seconda morte6. Quindi la tutela che di Camilla assume una divinità, succedendo all’uffizio dell’esule padre7; e così com’ella volo bambina sulle acque del fiume, il trasportarne per aria la vergine spoglia al patrio sepolcro; quindi la tenerezza accorata di Giuturna che piange, come già morto, l’ancor combattente generoso fratello8. Quindi creata da Cibele delle piante a lei sacre una famiglia di ninfe sorelle9; fatto palpitare d’affetti il duro legno, dategli memorie di devozione e linguaggio, tramutata dai monte ai mare la vita, la distruzione causa al rinnovellamento, le creazioni della natura intorniate dall’arte, diventare opera trascendente i limiti della natura.


V.


Se questo è de’ tronchi degli alberi, consideriamo come dovesse il poeta vedere il transito delle anime umane oltre

  1. E. 1.
  2. E. 8. Quanto più bello che nel Petrarca: Levata era a filarla vecchierella Discinta e scalza, e desto avea ’l carbone: Sopitos suscitat ignes... parvos educere natos.
  3. Q. 4.
  4. E. 1, 2,8, 10.
  5. E. 2.
  6. G. 4.
  7. E. 11.
  8. E. 12.
  9. E. 9.