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rassegna bibliografica 485

poco tali dottrine si diffondevano, e penetravano nelle menti, e venivasene a dare un passo sulle vie dello spiritualismo: che l’uomo virtuoso eravi mostrato come la più completa manifestazione della divinità1; e vi si stabiliva un principio d’identità tra ’l vero e il bene, la coscenza e la ragione, la metafisica e la morale. E vi si sente come già vi si muova l’aria della nostra umanità; e come in seguito dell’insegnamento di Zoroastro, la coscenza di Dio de’ Batrii c’introduca a conoscere quella degli Arii, dai quali hanno origine gli Europei2.

Quella coscenza di Dio c’introduce dunque a conoscere la medesima coscenza di Dio presso gli Arii; formulata dai Veda, e più specialmente ancora dal Rig-Veda. In que’ libri, per le idee come per la lingua3, ci troviamo quasi in fami-

  1. Pubblicava Zoroastro durante il tempo del processo, un canto di undici strofe; nelle prime tre delle quali, si legge:

    «Quegli che da principio creava della sua propria luce l’innumerevole moltitudine degli astri celesti, quegli cavava pure dalla, sua ragione la verità, che è il fondamento della virtù. O savio Genio, che sei sempre lo stesso, immutabile, fai che abbia trionfo la verità.

    «Sei tu, savio Masda, il primo di tutti, che io guardo quale supremo signore della natura e dello spirito. Io ti ho veduto con gli occhi della mente, e in te ho trovato il padre della virtù; e sei tu che io guardo come l’essenza del bene, come il creatore, come il fine dell’intera vita.

    «Gli è in te che riposa la terra sacra, in te che con tanta sapienza si è formato il centro della terra. Spirito vivente, o Masda, la terra seguita la via che da principio tu le hai tracciato. Essa ricompensa di una raccolta abbondante il contadino che la lavora, e ricusa i suoi favori a quegli che la lasci incolta» [ pag. 121).
  2. «La langue des Vedas ne différe guere que par des degrés dans ses formes grammaticales et que par des nuances de prononciation, des plus anciennes formes du grec, de l’italique, surtout du latin. La langue des races slaves et germames ne ressemble pas moins à cet antique idiome. Mais ce qui nous émeut encore plus que l’analogie des formes, ce qui établit entre nous et ces freres ainés uue etroite solidarieté, e’ est que tout ce qui tient au coeur de l’homme par les plus profondes racines, a conserve chez nous tous a travers les siècles son noni primitif: pere et mère, soeur et frere, età, et tous les autres termes du méme genre reproduisent de très-pres la racine védique» pag. 129-30).
  3. Non e vero che gli Arii bruciassero la moglie sul rogo del defunto. Vi era stesa, accanto al morto, durante i funerali; ma appiccandovi il fuoco, ne era tolta con queste parole:
    «Levati, o donna, torna al mondo della vita;
    «Ti sei coricata sul letto d’un morto, scendi da questo letto: