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rassegna bibliografica 475

neva in disparte silenzioso. Più che il culto, a suo giudizio, bisognava instaurare e rinvigorire il medesimo principio morale. E solo quando Giosia fu morto, e che il popolo parevane abbastanza commosso, allora levava la voce contro Gioacchino; al quale prediceva che sarebbe vinto nella giornata di Circesio: come avvenne, grandemente aumentandosene la sua autorità di profeta. E del pari che alla usurpazione di Gioacchino, continuava allora oppugnando e opponendosi a quelle di Zedechia. E per ventidue anni cimentavasi a tali contrasti, operando e scrivendo: e ne’ suoi libri sempre denunciava le sventure del suo popolo quali spettanti a tutta l’umanità. E giunto poi il giorno in cui il nemico stava per impadronirsi di Gerusalemme, egli per l’appunto allora vi comprava un terreno: prevenendo così il Romano, il quale faceva acquisto dei campi sui quali spiegava le tende Annibale. E poi ancora la città essendo venuta a cadere, il profeta patriota si univa ai pochi i quali intendevano di continuar la guerra; e con essi si ritraeva in Egitto, sperando di poterne tornare con sufficienti forze per attaccare i Babilonesi. E dopo aver perdurato quarantadue anni egli osteggiando per tutte le guise lo straniero oppressore della sua patria, veniva a morire senza mai mancare ai suoi propositi. E anche negli ultimi giorni, guardava all’avvenire con la serena fiducia della gioventù; e forte della coscenza che Dio non sarebbe per abbandonare il suo popolo, come il più gran cittadino e scrittore del suo tempo, mostravasi pure il profeta che maggiormejate comprendesse la coscenza di Dio onde il suo popolo era animato.

Ma quale l’ufficio, e chi profeta presso il popolo ebreo? La parola profeta significa «ispirato,» come il vate de’ Latini; e appropriavasi all’uomo dotato di visioni, il quale per lo spirito entrava in relazione più diretta con la divinità; e ne riceveva una percezione maggiormente penetrante delle verità morali, e i medesimi principii razionali intuiva distinti fuori delle categorie logiche. Prima dello stabilimento della monarchia, v’erano educandati di profeti; i quali, maestri e discepoli, percorrevano insieme il paese nel disegno di esercitarvi una azione diretta; e così, alla buona, improvvisando, predicevano l’avvenire, e predicavano la morale: una morale che si potrebbe dir politico-religiosa; la quale s’illuminava dalla