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rassegna bibliografica | 471 |
ancora che «nella storia civile splenda lucentissima l’orma di Dio»1; onde sarà per muovere e pigliar norma l’associazione di tutte le forze vive sociali2; e se ne avrà quindi a scemare sempre più l’importanza della individualità, anche delle maggiori, sulla scena del mondo3.
II.
Entrato, bensì, a discorrere del punto religioso della storia dei vari popoli, il Bunsen viene subito a comporsi nella gran falange della moderna scuola tedesca. Accettando, come si esprime l’Hegel, che negli annali dell’umanità l’anima del mondo siasi venuta svolgendo sotto quattro aspetti: il sostanziale identico e immobile, in Oriente; - l’individuale variato e attivo, in Grecia; - un terzo aspetto composto dei due primi, in Roma; e poi, ultimo, il quarto aspetto in Germania, ove per la prima volta vedesi funzionare concorde ed armonica la vita sociale in tutti i suoi elementi; il Bunsen intende meglio determinare quel gran movimento storico, assegnando la rappresentazione dell’idea egemoniaca, nel mondo antico, al popolo ebreo; al popolo greco nell’epoca successiva; e al popolo tedesco poi nell’epoca cristiana; e ponendo accanto a que’ tre popoli egemoniaci, quasi stromenti e cooperatori, con gli Ebrei i popoli Arii, Batrii, Medi e Persiani; con i Greci il popolo romano; e i popoli neo-latini e
- ↑ Ivi, pag. 862.
- ↑ L’A., a pag. 886 e seguenti, rassegna dodici o tredici cagioni dei mescolamenti e ingerimenti dei vari popoli fra loro. A me pare che vi corrisponda meglio il procedimento de 1 nessi proposti dallo Ianelli, e riportati di sopra.
- ↑ Il Mamiani scrive: «Il consorzio civile quanto più dura, e quanto moltiplica di vantaggio le unioni e le comunanze fra i cittadini, tanto questi vivono meno della vita propria individuale e maggiormente della socievole; di maniera che assimilati a poco per volta alla l’urina generale e perpetua della repubblica non serbano nulla di separato e diverso da quella. E sebbene il progresso civile accresce la libertà dell’animo e di tutte le azioni, non perei» gli individui si differenziano per niente dal tutto, ma solo vi si conformano ed immedesimano spontaneamente e credendo di sempre condursi giusta l’arbitrio dei loro pensieri e delle loro risoluzioni»( Ivi, pag. 874).