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delle feste e dei giuochi dei genovesi 43


Giudichi ora il lettore quale mirabile corte sia stata mai quella celebrata in Genova a dì 24 giugno 1227, per solennizzare la vittoria ottenuta de’ Savonesi e degli altri ribelli della riviera occidentale; conciossiachè vi convenissero in copia veramente straordinaria giocolieri di Lombardia, Toscana, Savoia, Provenza, e fossero splendidamente presentati di ricche vesti dal Podestà, nonché da parecchi nobili ed onorevoli cittadini. Celebraronsi pure per la città giuochi d’armi a cavallo ed a piedi; e furono nella corte dell’episcopio imbandite pubbliche mense.

L’annalista Bartolomeo Scriba ci ha ritratta l’imagine di tanta festa nei seguenti enfatici versi:

Omne genus ludi Jani fuit urbe repertum
     Per te, Lazari1, tunc quia tempus erat.
Implebant pueri totam concentibus urbem;
     Uno psaltabant tunc vetuleque pede.
Tunc veluti iuvenum mores iustique gerebant,
     Audax in ludis queque puella fuit.
Et sonipes multo fessus sudore madebat,
     Currebant equites urbis ad omne latus.
Tanti discursus et ludicra tanta fuerunt,
     Urbe quod in nulla fuisse reor.
Adde quod expensis largos superabat avarus .
     Pauper ad obsequium quisque paratus erat.
Uxor zelotipi secura cuncta gerebat,
     Verberibus pravis nulla cohacta fuit;
De dominabus porticus omnis densa manebat,
     Res quoque que nimium digna favore fuit2.

Tra le occasioni di pubblica letizia vuol essere ugualmente annoverata l’offerta de’ palii: la qual cerimonia ebbe principio nel 1270, coll’elezione allora seguìta dei Capitani del Popolo. Imperocchè fu decretato che, in

  1. Lazzaro di Gherardino da Lucca, allora podestà di Genova.
  2. Pertz, Monum. Germ. Histor., xviii, 165: Sacchi, Antichità romantiche. pag. 44.