Pagina:Archivio storico italiano, serie 3, volume 13 (1871).djvu/459


rassegna bibliografica 453

La sconfitta e la prigionia del re Enzo, bastardo di Federigo, danno occasione al Minieri Riccio di un discorso che assolutamente non regge. Lo Spinello ricorda que’ fatti senza indicazione dell’anno; ma, se c’è cosa assolutamente fuor di dubbio, è che la battaglia di Fossalta, dove quel principe fu vinto e imprigionato dai Bolognesi, seguisse il 26 Maggio del 1249. Ora non sapremmo spiegare, tanto più che la difesa dello Spinello non lo richiedeva, perchè, repudiando quella data sicurissima, abbia preso a sostenere che il fatto avvenisse nel 12501, come si legge nel Malespini e in altri pochi, i quali in questo caso lavorarono sopra ricordanze scritte alla pisana. Così le spiegazioni che aggiunge sui diversi modi di contar gli anni son fuori di luogo, e confuse. Imperocché, o si contasse rigorosamente a Nativitate come a Lucca (dal 25 Dicembre), o alla romana col primo di Gennaio, o ab Incarnatione (25 Marzo) come i Fiorentini, o alla greca colle indizioni (1.° Settembre), un fatto avvenuto nel Maggio del 1219 sarebbe stato sempre notato con quell’anno; meno appunto che si contasse a modo de’ Pisani, che cominciavano col 25 Marzo, ma crescevano di un anno sopragli altri computi2.

Un altro luogo dove la critica del nostro autore non lascia sodisfatto il lettore, è là dove nega risolutamente il testamento dell’imperatore Federigo. La fine di questo principe, morto scomunicato e in grandissima abominazione della Chiesa di Roma e de’ guelfi, fu soggetto di popolari e stravaganti dicerie, come tutti sanno: e, non solo sulle circostanze della morte, ma anche sul tempo in cui avvenne, corsero voci incerte, cui forse dette anche motivo la politica dei cortigiani, che per qualche giorno la vollero tenere segreta. A provare le ubbìe che corsero in proposito nel volgo, basterà ricordare, che in due documenti scoperti dal Bonaini, si trova come alcuni abitanti di S. Gimignano in Toscana, nel 1257, e pero sette anni dopo, facessero delle

  1. M. R., pag. 90.
  2. In un altro luogo (pag. 179) pare che il M. R. abbia voluto dire che le parole die XIII entrante Decembris stiano ad indicare la notte del 12 Dicembre entrando il giorno 13. In questo caso è sbagliata la interpretazione, porche le parole intrante ed epseunte, non si applicano alle ore dei giorni, ma bensì all’essere il giorno indicato o prima o dopo la metà del mese.