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rassegna bibliografica |
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due de’ libri sospetti di aver servito dì guida alla falsificazione. Ora il Bernhardi, per cogliere in bugia questi tre, vuol credere piuttosto all’autorità di due moderni e poco sicuri scrittori, al Pirro ed al Duca della Guardia, e sostiene con loro Manfredonia fosse fabbricata precisamente sulle rovine di Siponto, facendo bugiardi a un tratto tutti i geografi le mappe ed i portolani che assegnano luogo diverso, benchè assai prossimo, a Manfredonia ed a Siponto, del quale era sempre in piedi la cattedrale alla fine del seicento1. Perchè poi lo Spinello dice che quella smisurata campana di Manfredonia, che è passata in proverbio, fu posta per chiamare aiuto in caso di pericolo o di assalto, il Bernhardi questa volta vuol credere piuttosto al Fazello, che scrive con molto minore verosimiglianza, che il re la facesse fabbricare per esser molto amico del suono delle campane2. Altre volte poi nega assolutamente senza valersi di autorità nissuna, ma solo per un suo certo particolare giudizio. Nella indicazione che Manfredi facesse serenate in Barletta cantando con musici e romanzieri, vede un romanzetto ispirato dalla descrizione fatta dal Villani dell’indole di quel principe3. Le notizie di un bambino nato con tre teste, e di un medico colpito da un fulmine, non sono credibili per lui, mancando prove della loro realtà4. Trova anche inverosimile che alcuni personaggi alloggiassero in Giovenazzo presso uno zio di Matteo, e che un altro fosse ospitato nella casa di quest’ultimo; aggiungendo, quasi a modo di beffe, che egli aveva solo venti anni e già possedeva una casa!5 Ma ciò
- ↑ M. R, pag. 107 e segg. Fra i moltissimi che si possono citare, si vegga Leandro Alberti, Descrittione d’Italia, cart. 222, ediz. ven., 1553. Il Magini, nell’Italia. Bologna, 1620. mappa di Capitanata; e il Portolano del secolo XV. stampato dal Pagnini nel IV volume della Decima.
- ↑ M. R., pag. 115.
- ↑ M. R.. 155.
- ↑ M. R., pag. 156.
- ↑ M. R. pag. 161. Secondo alcuni passi de’ Diurnali, Matteo Spinello sarebbe nato il 1231. Il M. R., pag. 162, cita un documento del 1239, secondo il quale esso avrebbe avuto in dono dal re Federigo un feudo in Lavello. Ora, se può benissimo stare che nel 1250 avesse una casa, che poteva dirsi sua anche viventi i genitori, è assai improbabile che avesse un feudo in dono da un re nell’età di soli otto anni. La citazione di quella