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40 | delle feste e dei giuochi |
discipline) a considerare le condizioni morali ed economiche delle epoche più memorande o de’ popoli più illustri che ci hanno precorsi: Boeck per gli Ateniesi, Dureau de la Malle pei Romani, Cibrario per tutto il mondo civile del medio evo. Di più tali studi, volti abilmente a colorire una qualche imaginosa finzione, possono attrarre ed invogliare anche i più schivi delle profonde disquisizioni, e vestire di liete forme la storica severità. Donde il viaggio d’Anacarsi in Grecia del Barthelemy e quello di un Gallo a Roma sotto Augusto del Dezobry, la descrizione del palazzo di Scauro del Mazois, il Platone in Italia del Coco, i Martiri di Chateaubriand, il Tito Vezio di Castellazzo, la Fabiola di Wiseman, la Calista di Neweman, i Viaggi del Petrarca, e somiglianti.
Ma, per tornare al proposito mio, ecco un primo frutto dei benevoli incoraggiamenti onde ho toccato di sopra, alcune Dissertazioni cioè intorno le feste ed i giuochi de’ Genovesi, le quali ho distribuite nel modo che segue:
I. Le feste della Repubblica intese a celebrare i prosperi eventi, a solennizzare l’avvenimento e la incoronazione de’ suoi Dogi, ad onorare in se stessa i Pontefici e Principi che si recavano a visitarla.
II. Le feste patrizie: i teatri e le veglie, i riti nuziali ed i funerarii.
III. Le feste popolari: il carnovale, il maggio, le sagre, le casaccie.
IV. I giuochi e gli esercizi diversi, tra i quali ho posti quelli della caccia e della pesca.
Il periodo che io mi propongo propriamente di considerare è il medio evo; nel quale appunto, per dirla con Cesare Cantù, «sovra tutto piace quella universale pubblicità, al tutto differente da oggi, quando la gioia, come il dolore, si costipa fra le pareti domestiche, o al più si comunica a quelli che chiamiamo nostri eguali. Allora