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428 delle antiche relazioni

ma dell’alleanza co’ Ravennati se ne facesse rosi poco conto, corno dopo esserne stati così validamente e senza mercede alcuna aiutati nel cacciare i Veneziani da Primaro, si volesse loro invidiare una parte della preda e propose di lasciargliela tutta dando invece cento lire di Bologna agli eredi dei guerrieri defunti in Ravenna, e mantenere l’alleanza con quel Comune.

[Si fonda in Ravenna uno Studio di leggi.]

VIII. E circa questo tempo pensandosi a fondare in Ravenna uno Studio di leggi, dopo varie ricerche fu scelto a dottore Pasio della Noce giovine bresciano; e strano è a vedere come questo Studio fosse ordinato. Che Pasio, quasi fosse un capitano di ventura, giurò nel consiglio di venire in Ravenna per San Michele conduccndo e facendo abitare di continuo nella città 30 scolari; nessuno di essi poteva essere romagnuolo o di quelli che fin d’allora studiavano leggi in Ravenna. Doveano venire provveduti del libro che sarebbe stato letto nella scuola; non doveano essere servidori d’alcuno; il giorno di san Luca doveano essere tutti in Ravenna. Se qualcuno di essi avesse voluto denari in prestito dal Comune avrebbe avute lire venti tre se sarà di qua dai monti, trenta se oltramontano ciò è non italiano.

Pasio avrebbe letto il libro fino al suo compimento, ne’ giorni e nelle ore stabilite, avrebbe difeso e procurato l’incremento del suo Studio, non avrebbe dato mai consiglio tacito nè palese contro ad un cittadino ravennate, ed ove occorresse avrebbe gratuitamente difese le ragioni del Comune. Ed accettata la paga di centocinquanta lire ravignane all’anno, Pasio fu ammesso al giuramento, essendo minore di ventitre anni e maggiore di quattordici.

E queste cose ricorda la cronica manoscritta del Carrari1, ma non dice quale età dovessero avere i discepoli di così giovine maestro.


  1. Pag. 402-401.