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la gallia togata 395

tanto riprovato anche in bocca al mitissimo Cristo, e dura tuttogiorno a significare le più rapaci arpìe.

Gli eletti al governo delle provincie vi andavano con grande seguito di conoscenti e di amici; e con scrivani, interpreti, araldi, medici, e altri sì fatti. Ne durava un anno l’autorità, e in questo tempo avevano tutto in loro arbitrio. Per l’amministrazione della Giustizia ogni nuovo governatore emanava un editto, che lui presente doveva essere legge per tutta la provincia; la quale poi anche percorrevano intimandovi giuridiche adunanze: e queste leggiamo così descritte in T. Livio: «Il romano pretore fa l’adunanza; la gente chiamata vi trae, e lo vede in eccelso tribunale dettare i superbi decreti, stipato di littori: pendono le verghe sulle terga, le scuri sulle cervici »1. Le quali parole hanno suono acerbo, perchè lo storico le mette in bocca a un nemico di Roma; però dicono fedelmente come la cosa avveniva e che vi si minacciava.

Il dominio romano estendevasi allora dall’Oceano all’Eufrate , e dalle Alpi all’Atlante; e già nella metropoli cominciavano ad affluire la mollezza e i vizi dell’Oriente e delle due Grecie; e quanto rapida corruzione vi producessero ci è noto per la sferza dei poeti e per i decreti dei Censori. Fu il tempo quello, in cui si trovarono a fronte l’antica romana sobrietà e la nuova lue straniera , Catone il vecchio e i dissoluti giovani e turpi barbogi che le commedie di Plauto ci ritraggono. Però nella Cisalpina saranno andati più spesso che altrove uomini dell’antico stampo romano, come in paese che non allettava gli spogliatori; e infatti sono presso che tutti nomi assai onorati quelli che ne conosciamo; e s’ella al rompere delle guerre civili non fosse stata opportuna agli ambiziosi, che volevano farsi forti contro la parte avversaria, avrebbe forse veduto sempre al suo governo i personaggi più esemplari.


  1. Lib. xxxi, c. 29.