Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
coi frati minori | 375 |
tormento del fuoco; ma col Santissimo, Iddio ci guardi, che questa cosa venga nelle menti nostre, che noi vogliamo mettere a sperimento il Santissimo Sagramento. E li Padri Predicatori non volsero acconsentire che Fra Domenico Fattoraccio entrassi senza il Sagramento. Il che vedendo li Signori e conoscendo che erano stati sbeffati da Fra Girolamo, per allora licenziorono tutti. È da sapere che ciascheduna dimandita e concessione, Fra Domenico sempre scendeva di Palazzo nella piazza a Fra Girolamo, che stette sempre in ginocchioni avanti all’altare, non lasciando mai il Sagramento, e gli domandava la benedizione, el consentimento, el consiglio, e poi di nuovo saliva in Palazzo; e prolungando la cosa con tedio grandissimo del popolo che v’era innumerabile; e cinque o sei volte fece in questo modo, mettendo tempo in mezzo. E tutto il popolo stava con grandissimo desiderio, aspettando di vedere questa novitade. E benchè el venisse un gran rovescio d’acqua sulla Piazza, quanto che mai lussi stato visto, dimaniera che l’aere pareva tutto pieno di demoni, el popolo nulladimeno stava l’ermo per tutto. E così li frati stettero qui digiuni, afflitti per la fame, e per il freddo, per infino alle 22 ore del detto giorno. Ma sendo licenziati, accompagnati da gran comitiva di popolo, se ne ritornorono per insino in S. Croce; dove per li putti furono sonate le campane e li campanelli della Chiesa; e li frati cantorno il Te Deum laudamus. Fra Girolamo ancora lui tornato a S. Marco con canti et inni, sonò la campana, e così parato salendo in pulpito disse, che li frati non erano volsuti entrare. Il Papa con tutta la Corte Romana, poichè ebbe certa nuova di questo successo per suoi Brevi ne ringraziò, e Fra Francesco della Puglia e tutti li frati che stavano a S. Salvadore. E li magnifici Signori Fiorentini in pieno Consiglio della Città vinsero un partito che in tal giorno per anni 28 ogn’anno fussero pagate a’ frati nostri senz’altro stanziamento dieci scudi dal Camarlingo del Monte per una pietanza; il qual partito l’anno 1580 io che scrivo l’ho trovato fra le scritture del luogo. E tanto basti aver detto di questo Cimento del fuoco, il quale ho posto perchè cosa notevole, e perchè i frati patirono in quei tempi assai.