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controversia di girolamo savonarola |
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li cuori di molti giovani li quai erano de’ più nobili e de’ più ricchi della Città, che del tutto armati sedevano sopra cavalli bardati, e ciascheduno di loro aveva otto o dieci uomini a piedi; costoro con gran strepito entrarono in Piazza in favore e difesa de’ Frati, la qual compagnia nel volgo si chiamò il Compagnaccio; e ben parve che Iddio la mandasse loro e che la fussi loro a uopo. Mentre che si facevano queste cose, tuttavia si negoziava dell’entrare nel fuoco e del modo. Onde fra Domenico Fattoraccio avuta licenza da Fra Girolamo, salendo in Palazzo, andò avanti ai Signori. Ma Fra Francesco e Fra Giuliano già più tempo avanti con alcuni altri l’avevano aspettato in Palazzo, standosi in quel mezzo nella Cappella de’ Signori ferventemente raccomandandosi a Dio. Quando Fra Domenico Fattoraccio fu giunto avanti la Signoria, un dottore de Gualterotto andò per chiamare li nostri Frati, et aprendo l’uscio della cappella e vedendo che li frati nostri erano in ginocchioni con le braccia distese a modo di Croce (come che questo modo d’orare è proprio del nostro ordine), e che oravano con molte lagrime e singhiozzi, fatto attonito e stupido, stette per buono spazio di tempo immobile e sopra di sè. Finalmente, quasi che ritornassi nei sentimenti, disse: Certo che questi frati vanno in ventate, e noi saremo distrutti e dispersi: le quai parole dinotano, che vi era de’ fautori di Fra Girolamo. E così li frati nostri andarono avanti ai Signori, dinanzi li quai essendo ambedue le parti, li frati nostri domandarono che ad ambidue fussero mutati li vestimenti; e così subito fu fatto: li Padri Predicatori ancora pregorono che lasciassero entrar Fra Domenico Fattoraccio col crocifìsso in mano; il che ottenuto, dimandorono che egli entrasse con la pianeta in dosso, e questo ancora fu loro concesso. Dissero di poi: vogliamo ancora che lui porti il Corpo di Cristo nella mano destra. Ma li nostri padri udendo questo, con grand’orrore e ruggimento, sendosi tutti raccapricciti, solamente al sentire una tanto nefanda proposta, mai vollero nè potettero acconsentire; e che erano a fare sperimento di Fra Domenico e non del Sacramento, e che questo era in vilipendio del Santissimo Sagramene, del quale loro in tutte le cose erano più che certi e nulla dubitavano. Ma se, semplicemente dissero, voi volete entrare, noi acconsentiamo, e siamo parati a sottoporci al