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372 controversia di girolamo savonarola

niati di molti soldati armati, e nel mezzo della Piazza, sopra un alto solaio di mattoni crudi e di legnasi fece un gran fuoco che metteva orrore, e spavento a chi lo vedeva, perchè era grande e orrendo. Iti questo tempo e per tutta la quaresima avanti, li frati non cessarono dell’orazioni, vigilie e discipline e pubbliche e private, quando invocando Dio in aiuto della verità in Messe solenni dello Spirito Santo e della Madonna e di S. Francesco; e quando solennemente cantando le Litanie, e quando, stando ciaschedun Frate da per sé rinchiuso in cella, si disciplinavano per infino che il Sagrestano non faceva il cenno con la campana; di maniera che pareva, che le mura insieme con li frati fussero tutte risolute in lagrime e pianti. Pervenuto finalmente il giorno, andarono tutti insieme a Santa Croce, dove giunti, dice Fra Mariano, non areresti avuto tanto orrore e terrore in tutto il mondo, quanto che averesti avuto in quella Chiesa. Qui non s’udiva se non pianti e lamenti di donne, uomini e putti che ferventemente e divotamente oravano. Finalmente andarono accompagnati da tutti li Padri Conventuali, che non ne restò in casa neppur uno per infino alla Piazza de’ Signori; andarono non processionalmente, ma tutti insieme mescolati in un mucchio, con gran comitiva di popolo, la qual cosa dice che concepiva gran compassione nelle viscere di tutti. E così pervenuti al fuoco preparato, stettero per due ore aspettando li Padri Predicatori. All’ultimo venne Fra Girolamo con li suoi frati processionalmente e con grand’ordine cantando. Avanti erano li ceroferai con la Croce parati, dipoi erano li altri frati, quasi tutti parati con tonicelle, dalmatiche, pianete, e piviali; doppo loro veniva Fra Domenico Fattoraccio che doveva entrare nel fuoco, vestito d’una pianeta d’oro sopra el semplice abito, con un gran crocifìsso in mano, dipoi Fra Girolamo vestito delle vesti sacerdotali, e portava il Corpo di Cristo nelle scomunicate mani, attorniato di una gran moltitudine di uomini e di donne, con li lumi e ceri rossi in mano. Entrati dunque nel luogo loro, cioè nella Loggia dei Signori, la quale era divisa con un muro d’assi, in una parte stavano loro, e nell’altra li frati Minori. Loro non restarono mai di cantare. In fra le altre cose quanto al coro, cantarono con alte voci ed alla distesa nel quarto tuono il Salmo 67