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368 controversia di girolamo savonarola

tate da’ Padri Predicatori, e in qualche facezia non arguta, i vestigi di collere non pie; ma insieme, ne’ particolari tutti del racconto la persuasione d’una causa che i Frati Minori credevano giusta; sicchè abbiamo un’altra prova, che, a entrare nel vivo delle storie, la malignità umana ci apparisce men frequente o men grave ch’altri non crede. Sentiamo, poi, come la Signoria di Firenze, mancatala prova del fuoco, stanziasse a’ Frati Minori una elemosina per ventott’anni; e ciò dimostra, che fin d’allora volavano in peggio le cose del Frate, minorato d’autorità pur nell’animo de’ suoi parziali. E, infine, mi sembra documento nuovo da concludere, che il Savonarola ebbe ottima intenzione d’opporsi ad ogni corruttela di Clero e di Laicato, di vita politica e d’arti, di filosofia e di letteratura paganeggianti, prevedendo, com’ogni animo retto poteva prevedere, per tali corruttele la confusione della Cristianità e la servitù d’Italia; ma certamente poi, la veemenza dell’animo lo trasportava, e l’abito de’ comuni scaltrimenti lo seduceva, tantochè non mancarono apparenze vane da calunniarlo fraudolente od eretico, lui che il Machiavelli diceva doversene parlare con riverenza.



Fra Mariano pone qui la controversia che fu in Fiorenza in fra noi e li Padri di San Domenico per rispetto di Fra Girolamo da Ferrara sovvertitore della Città, per rispetto che incominciò in quest’anno (1496), e terminò poi nell’anno 1498, ed avanti al capitolo nostro, e però ancor io la metterò qui con più brevità che potrò, seguitando li scritti di Fra Mariano, il quale fu presente a tutte cose, et ingegnerommi ancora manco odiosamente che potrò. Dice dunque Fra Mariano, che circa li anni del Signore 1483 era in Fiorenza questo Fra Girolamo Savonarola da Ferrara, del quale dice il Volterrano nelle sue Croniche, che era uomo astuto, di