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due carte inedite in lingua sarda |
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servi, nè i servitori suoi, nè a giudice, nè a curatore, nè
a maggiore di scolca, nè ad armentario, nè a veruna persona
elio sia, nè per nome di giudice, nè per nome altrui,
far clic siasi Libera od assolta, e questa casa di San Giorgio
di Sebollo e tutti gli uomini suoi, di non dare mai veruna
data, nè por persone, nè per causa di essi veruna, li questo
bene che ho fatto alla casa di San Giorgio di Sebollo, e a
tutti gli uomini suoi, di non loro levare mai data, non abbia
balla, nè potestà vermi giudice, e nè veruna persona
che verrà dopo me, a disfarlo, nè a menomarlo mai, quanto
durerà il secolo. E questo bene feci essendo in Pisa, nella chiesa
di San Pietro ad vincula, dinanzi [i] testimoni Nicola
notaio, e Barletta di Lucca figliuolo di Brunetto, Guaiterotto
figliuolo di Gilardino Castagnaccio, e Bandino figliuolo
di Bonagiunta di Filippo, e Brunetto figliuolo di Villano
Follaio. E sono testimoni Pietro Darcedi, Barasone Passagi,
e Comita di Serra di Frailis. Ed è fatta questa carta l’anno
del Signore M. CC. XII, indizione XII1I, dieci di maggio,
avendomila la curatoria di Campidano a mano mia, per il
salvatore del luogo. E chi la rovescerà abbia anatema dal
Padre, e Figliuolo, e Santo Spirito, da’ XII Apostoli e
IIII Evangelisti, da’ XVI Profeti e XXIII1 Seniori, da’ CCCXVIII
Santi Padri, e sorte abbia con Giuda traditore nell’inferno
inferiore. Amen e sia fatto.