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annunzi bibliografici | 353 |
pervenuta la notizia della successione di Filippo V, il vicerè chiamò i consoli delle maestranze per esortarli alla quiete e alla pace e a ricevere la disposizione fatta dal morto monarca. Poi nel 1702 fu per ordine venuto da Madrid proibito alle persone forestiere di predicare la quaresima; onde alcune chiese restarono senza le prediche consuete.
Le ultime pagine del presente volume concernenti alle cose de’ primi due anni del secolo XVIII, presentano maggiore curiosità. Oltre ai cenni sul governo del vicerè duca di Viraguas, il quale «invece di mostrare particolare attenzione in reggere la Sicilia, procurava a tutta diligenza di spolparla», venuto in odio anche per la ingordigia mercantile d’un suo figliuolo; oltre ai cenni sui movimenti e sui tumulti di Messina nel 1702, che perseverava nella sua avversione al dominio spagnuolo, notevolissima mi sembra la narrazione del processo contro un prete, don Gennaro Antonio Cappellari, andato a Palermo per intrigare a favore dell’Austria; narrazione che occupa otto pagine, facendo conoscere le forme usate nei processi criminali, le gare fra le autorità secolari ed ecclesiastiche e le questioni insorte sui modi della degradazione. Don Gennaro Cappellari finì la vita strozzato. Esposto il cadavere «legato a un palo, concorse a vederlo in folto numero il popolo... Molti raccolsero della terra che stava sotto de’ piedi, con la quale dicono esser seguite operazioni miracolose, che si pubblicarono da per tutto. Alcuni però le stimarono dicerie di volgo, onde furono da’ ministri della giustizia ristretti in prigione quelli che si pubblicavano risanati in virtù di quella terra».
G.
Ozio e lavoro, poveri e ricchi, Proverbi latini illustrati da Atto Vannucci. - In 8.°, di pag. 117. - Venezia, tipografia di G. Antonelli. (Estr. dal vol. XVI, Serie III degli Atti dell’Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti).
Le idee che prevalsero sugli argomenti intorno a’ quali il Vannucci ha raccolto i Proverbi contenuti e illustrati nel nuovo opuscolo che ora annunziamo, spiegano le ragioni per le quali i popoli vennero in prosperità o decaddero. La letteratura latina è la fonte da cui egli principalmente desume i proverbi; ma, secondo che abbiamo notato altre volte, gli mette a confronto coi proverbi d’altre nazioni, intrecciandoli, a modo di trattatelli morali, con riflessioni e paragoni storici, con quella sobrietà ed efficacia che tutti lodano nelli scritti dell’autore. G.