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344 annunzi bibliografici

Con savio consiglio ne riporta parecchie di quelle dell’Andrei, ma più assai ve ne aggiunge di proprio, ricche di pregiate notizie e scritte con molto senno e con bel garbo. È un caro libriccino, che si legge con gusto e insegna molte e buone cose.

G. S.


Il Propugnatore, studi filologici, storici e bibliografici di varii soci della R. Commissione pe’ testi di Lingua. Bologna, Romagnoli, 1870. Vol. III, Part. I e II.


Altra volta tenemmo parola di questo giornale, che per cura del commendatore Francesco Zambrini si stampa da tre anni a Bologna con assai vantaggio de 1 buoni studi. Tra le molte scritture di die va ricco il presente volume, appartiene alla storia una dissertazione del cav. Di Giovanni intorno a Giovanni da Procida e al rivolgimento di Sicilia del 1282. Appartiene alla letteratura, ma colla storia ha stretta attinenza, un dotto lavoro del sig. Girolamo Vitelli, col quale, a mio credere, dà fine alla spinosa controversia che si agita di presente sulle Carte di Arborea; e di queste torna a ragionare nel volume stesso il senatore Carlo Vesme, cogliendo occasione da un sonetto italiano del secolo xii e da una canzone sarda, che appunto sono tratte dalle carte medesime. G. S.


Apologia del cardinale Federigo Borromeo, scritta dall’abate Giuseppe Roberti. Milano, Civelli, 1870; in 16mo di pag. 24.


Come saggio del suo Diario storico d’illustri italiani da Federigo II di Sicilia fino alla morte del Cavour, che sta di presente stampando a Milano a benefizio del Pio istituto tipografico di quella città, il sig. abate Giuseppe Roberti ha mandato in luce questa Apologia del benemerito cardinale Federigo; la quale ne dà chiaro a conoscere di quanta erudizione debba andar ricca l’opera del sig. Roberti, che desideriamo sia presto divulgata e fatta pubblica per le stampe.

G. S.


Lettere inedite di Bernardo Tasso, precedute dalle notizie intorno la vita del medesimo, per cura di G. Campori. Bologna, Regia tipografia, 1869; in 16mo di pag. 224. (Edizione di soli 202 esemplari ordinatamente numerati).


Il marchese Giuseppe Campori trascrisse buona parte delle lettore presenti, che sono quarantasette e tutte inedite, da un manoscritto che si conserva a Modena nell’archivio del Collegio di