Pagina:Archivio storico italiano, serie 3, volume 13 (1871).djvu/335


rassegna bibliografica 331

cordo l’anno 1550 essendo priore il padre Damiano Longone, e provveditore della fabbrica, D. Gregorio Litta; quello stesso Litta alle cui cure dobbiamo il prezioso Messale miniato dal canonico Evangelista della Croce, tesoro d’arte che in oggi adorna la biblioteca di Brera.

Due fabbriche in Lodi attribuisce a Bramante il manoscritto del Pagave. Tace di una, che noi pensiamo possa essere la splendida casa dei Mozzanica, poi dei Modignani nella contrada di San Tommaso: l’unico edificio in Lodi di cui si limita a ragionare il Pagave, e cui attribuisce a Bramante, è l’ottagono tempietto dell’Incoronata, eretto nel 1488. Ma le memorie di quella chiesa, che tuttora si conservano, ne fanno autore un Giovanni o Giovangiacomo Battacchio o Battagio figlio ad un maestro Domenico. Giovanni Battagio fino dal 20 maggio di quell’anno, assumevasi onus costruendi et construi faciendi ecclesiam.... e pattuivasi con esso che pro laboreriis que per eum fierent in ornamentis dicte ecclesie videlicet ad stampa debeat ei fieri solutio secundum extimationem faciendam per magistros et homines peritos.... et similiter de figuris que manualiter fierent per ipsum M. Johanem ponendis in dicto laborerio (Gualandi, Mem. Ser. II). A lui cessato, indi a poco, dall’opera, succedeva il Dolcebono, e poscia il Palazzo. Nessun atto, nessun documento accenna a Bramante, e soltanto una memoria posteriore di molto, e della cui autenticità non si può garantire, direbbe che mentre un Ambrogio Masnella portava da Milano a Lodi il disegno per la nuova chiesa datogli dal Battagio, si vociferasse che in quel concetto avesse avuto parte Bramante: tuttavolta è difficile il credere che il Battagio assai valente e riputato a’ suoi tempi (sicché eletto ad inalzare la famosa rotonda di Santa Croce a Crema, lo si appellava uomo nell’arte peritissimo, nell’età nostra principe di architecti), si togliesse a dar eseguimento ad un disegno altrui, fosse pur di Bramante. Tutto al più potremmo credere che il Battagio nell’Incoronata di Lodi attingesse le sue inspirazioni dalla sagrestia di San Satiro, la quale nel magnifico tempietto lodigiano vediamo quasi riprodotta.

Lo scritto del Pagave accenna anche ad altre fabbriche che soltanto la volgare opinione e la coincidenza dello stile