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il principato di seborca | 256 |
e alienazione quando l’habbino fatte, e di propalarsi a noi por darne conto alla M. S., e ciò sodo le minacce dello sdegno Cesareo verso la Religione Benedettina che habita nello Imperio e negli stati dipendenti dall’Imperio »1.
Pare che migliori speranze si nutrissero nel 1697; poiché si riprendevano calorosamente le trattative da Vittorio Amedeo II, il quale per quel misero villaggio2 offriva l’egregia somma di ventiquattromila scudi3; ma al solito la Repubblica si trovò in grado di mandare a vuoto queste nuove proposte; finchè nel 1729 il giorno 30 di gennaio, in Parigi si stringeva irrevocabilmente il contratto di vendita per la somma di 165,500 lire tornesi; e da quel giorno il Principato di Seborca ed il priorato di San Michele di Ventimiglia, incorporati al contado di Nizza, fecero parte dei dominii di Casa Savoia4.
Eccole, egregio Signor commendatore, quanto di questo piccolo e pressoché ignorato luogo, sono riuscito con fatica a racimolare;
- Nè che poco io le dia, da imputar sono;
- Che quanto posso dar tutto le dono.
Di Ventimiglia, li 20 marzo 1871
Di Lei obbmo servo Girolamo Rossi. |
- ↑ Alliez, Histoire dt monastère de Lerins etc.
- ↑ Da una nota dal citato Alliez caviamo quanto fossero sottili i proventi di questo principato. En 1668 l’abbé de Lerins avait affermé la terre de Sobourg à Gazzano et à Rosso pour une redevence annuelle de six cent soixante livres (monnaje de Genes) mais en se reservant le droit de battre monnaje – Dans l'année, 1691 la méme fermme ne rendait que trois cent livres (monnaiie de France).
- ↑ Archivi generali del Regno in Torino. - Confini, fogliazzo 137.
- ↑ La Repubblica di Genova però non lasciò mai prender possesso del Priorato di S. Michele, che venduto e passato nella famiglia Rossi, fu tolto all’avolo dello scrittore, poco dopo che la Liguria venne incorporata al regno di Sardegna.