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e la sua zecca 251

non si dovrebbe apporre che la ridicola redazione di un atto, il cui originale forse disperso od arso nei frequenti rivolgimenti ed incendii di quell’età, egli volle con pia frode per vantaggio del monastero e per lustro della propria famiglia ad ogni costo conservato.

Stabilito così con irrecusabile documento il legittimo dominio de’ monaci di Lerino sul luogo di Seborca, diremo come venisse da essi governato; e se nulla affatto resta oggidì negli archivi del poverissimo borgo, getteranno mi po’ di luce alcune notizie che ci venne fatto di spigolare nello attendere a ricerche storiche sui luoghi circonvicini. Rappresentante dell’abate, destinato ad amministrare la giustizia era un podestà, scelto sempre fra una delle nobili famiglie di Ventimiglia, e primo rivestito di tal carica troviamo Folco della potente famiglia de’ Curii, il quale nel 1248 addiveniva alla divisione del territorio di Seborca da quello di Ventimiglia con Raimondo Visconte giudice di questa città1. La poca importanza però e l’esiguità delle rendite di questo luogo, indussero gli abati della lontana Lerino a spogliarsi della signoria, in favore dei priori del monastero di San Michele di Ventimiglia; per la qual cosa, mentre nel 1248 fra Isnardo Vastatore s’intitola semplicemente Prior monasteri S. Michaelis de Vintimilio, fra Giovanni Pelissone nel 1412 si dice Prior S. Michaelis de Vintimilio et dominus castri de Sepulchro; titolo che continuarono a ritenere Giorgio Lascaris nel 1426, Michele Lascaris nel 1453, Nicolò dello stesso cognome nel 1472, Pietro

  1. Daremo qui i nomi di alcuni altri podestà che ci venne dato di trovare.
    1508 — Antonio Lanteri, nobile ventimigliese.
    1522 — Melchior Lanteri q. Antonio.
    1532 — Bernardino Lanteri q. Antonio.
    1534 — Melchior Lanteri.
    1536 — Luca Doria Sperone, nobile ventimigliese.
    1586 — Bernardino De-Lorenzi, idem.