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il principato di seborca 249


Seborca è un antico e povero borgo della Liguria occidentale, che conta un sessanta fuochi all’incirca, e siede sulle falde del colle di Montenegro, alle spalle della ridente terra di Bordighera, per la peregrina coltura dei palmizi rinomala nella ligure contrada1. La sua chiesa parrocchiale dedicata a San Martino, unta imbellettata di vivaci colori, nulla conserva che si riferisca alla dominazione dei monaci, tranne un calice intorno al cui piede si legge: Caesarius de Grassa abas 1575; vero è però, esser dessa di recente costruzione, e doversi cercare l’antica parrocchia nell’oratorio di San Sebastiano, ora annesso al cimitero. Una torre decapitata e qualche crepaccio di muro, lasciano vedere una chiesuola costrutta di pietre riquadrate a scalpello e che ricevette in secoli posteriori un’intonacatura di calce. - Soggetta ai vescovi di Ventimiglia, vediamo un suo rettore intervenire il 25 giugno 1561 al sinodo diocesano, celebrato dal vicario generale Maccabruno; ma pare venisse poco dopo disgregata da questa diocesi; poiché una pergamena conservata nell’archivio parrocchiale, e che concerne l’aggregazione della compagnia del Rosario castri Suburchae lirinensis dioecesis seu nullius all’arciconfraternita di Roma, porta sottoscritto: Caesarius a sancto Paulo abas lirinensis et ordinarius loci Sepulchri.

Attigua alla nuova parrocchia s’alza una bella casa costrutta nella seconda metà del secolo XVII, essendo abate di Lerino il cardinale di Vêndome, il cui stemma caricato dei gigli di Francia si vede scolpito nel camino in ardesia di una spaziosa sala. Era questo il sito destinato ad albergare il rappresentante dell’abate di Lerino, e talvolta pure il deliberatario della zecca2, la quale

  1. Nel 1759 fu levato il piano topografico del luogo di Seborca per ordine del re di Sardegna dal conte d’Exiles, e per altro della Repubblica di Genova dal colonnello del genio Panfilio Vinzoni.
  2. Questo apparirà nelle convenzioni che si stringeranno fra l’abate e Bernardino Bareste.