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210 | delle feste e dei giuochi |
nella sua Oratione, la quale poi si è saputo non essere stata riconosciuta dalli Eccellentissimi di Palazzo conforme il solito: il che è bene andar continuando, acciò non si faccino lecito li oratori di dire quello che più le piace, essendo questo il stile di tutte le Corti che avanti il Principe non si dica mai cosa che prima non sia stata essaminata; e perciò sarà bene che prohibischino non si metta alle stampe l’Oratione del Padre Taverna, come anche quella del Rivarola, che non siano prima riconosciute non solamente dalli Eccellentissimi di Palazzo1, ma anche da’ Signori Inquisitori di Stato. E perchè si doverà fare presto dal magnifico Oratio Della Torre l’oratione funebre per l’esequie del Re di Spagna2, avvertano che non si dia nel medesimo inconveniente»3.
Un altro biglietto della stessa data censurava aspramente i difetti medesimi, e diceva: «Nella coronatione di Sua Serenità, che è stata di tanta consolatone a tutti, son state osservate due cose. Il Vescovo ha chiamato il Duce Re più d’una volta, e questo non si può soffrire: l’oratore ha parlato di carceri e di sindicati; non si ricordano i morti a tavola. Questo è stato un terzo sindacato al Duce4, o un rimprovero alla Repubblica. Non si permetta che si stampi nell’Oratione»5.
- ↑ In un decreto del 9 aprile 1584 si legge: Quod de caetero Praefectus Stampae in praesenti civitate non possit quicquam imprimi funere aut permittere, nisi obtenta licentia a Serenissimo Duce et Illustrissimis Senatoribus pro tempore residentibus in Palatio, sub poena arbitraria suis Serenissimis Dominationibus (Giuliani, Notizie della tipografia ligure, ec., nel vol. IX Atti della Società Ligure di Storia Patria, pag. 160).
- ↑ Filippo IV, i cui funerali ebbero luogo difatti il 21 dicembre stesso anno 1665 (Cerimoniali, in, 66).
- ↑ Politicorum, mazzo xiii.
- ↑ Su questo argomento ho cercata invano qualche più esplicita notizia nei Cerimoniali, che invece sono assai riservati. La coronazione del Durazzo vi è appena accennata, anzi che descritta come d’ordinario; nè altro vi si nota se non che in tale funzione tutto «si è osservato secondo le altre passate» (vol. III, car. 66).
- ↑ Politicorum, loc cit.