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16 | dei giudizi civili in roma |
Sacra Ruota non dubitò di lagnarsene altamente varie fiate. Interest reipublicae, essa intuonò sin dal 1613, quanto citius (lites) finire, etenim non solum consumuntur familiae in expensis et jurgiis . . . verum etiam homines jam illis distenti publicis muneribus vacare, et aliorum hominum commodo desercire prohibentur1. Nel 1665, disse a chiare note lo stesso tribunale, essere cosa manifesta a chicchessia, lites in urbe non sine magno dispendio agitarì2. Quindi nel 1667, esclamò fortemente contro malas lites peioresque beneficiales, hoc magis malignas et maleficas, ac pestilentes quae litigantibus (nisi commorientibus communi clade) non commoriuntur nec pugna finem cum jacet hostis habet3.|Sacra Ruota non dubitò di lagnarsene altamente varie fiate. Interest reipublicae, essa intuonò sin dal 1613, quanto citius (lites) finire, etenim non solum consumuntur familiae in expensis et jurgiis . . . verum etiam homines jam illis distenti publicis muneribus vacare, et aliorum hominum commodo desercire prohibentur4. Nel 1665, disse a chiare note lo stesso tribunale, essere cosa manifesta a chicchessia, lites in urbe non sine magno dispendio agitarì5. Quindi nel 1667, esclamò fortemente contro malas lites peioresque beneficiales, hoc magis malignas et maleficas, ac pestilentes quae litigantibus (nisi commorientibus communi clade) non commoriuntur nec pugna finem cum jacet hostis habet6.
XXVIII. Non mancarono eziandio di far rilevare sì gravi disordini gli scrittori, che sono in certo modo i consiglieri del pubblico; ed il Muratori, con quella libertà che il vero disinteresse, una consolidata fama e l’età senile possono inspirare, consacrò un’opera intiera per far rimarcare i difetti della giurisprudenza: e nel 1742 dedicolla al sapientissimo Benedetto XIV, dicendo che anche la povera giurisprudenza seco umiliata a piè del soglio pontificio osava implorare a’ suoi malori e difetti dalla suprema autorità e prudenza della Santità Sua quel possibil soccorso di cui era capace. Ma poichè, egli soggiunse, non manca mai gente, che avvezza a vedere il mondo da tanti secoli zoppicante, tale sempre il vorrebbe, nè ama chi si studia d’insegnargli a camminar dritto, e poi per conseguente incontrarsi chi contrarii ogni proposizione di riformare gli abusi della facoltà legale, ed impedire l’introduzione di molte liti, e di abbreviar l’introdotte; questi tali, se mai si facessero qui cedere, io li cito al tribunale della sì avveduta mente di Vostra Santità, con sicurezza di vederli tosto condannati come persone nemiche del pubblico bene, perchè troppo amiche dell’utile proprio7.