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164 | annunzi bibliografici |
Notizie della Tipografia Ligure sino a tutto il ser. XVI, raccolte da Niccolò Giuliani. Genova, co’ tipi del Et. Istituto de’ Sordomuti, 1869; in 8vo di pag. 324.
Supplemento alle Notizie della Tipografia Ligure sino a tutto il secolo XVI, per Niccolò Giuliani e Luigi Tommaso Belgrano. Genova, tipografia del R. Istituto de’ Sordomuti, 1870; in 8vo.
Il sig. Niccolò Giuliani da Vezzano, sotto-bibliotecario della R. Biblioteca dell’Università di Genova, sta di presente compilando la storia della tipografia ligure dall’anno 1601 a tutto il 1700, in continuazione a quest’opera, che in gran parte è frutto delle sue diligenti e amorose fatiche, e nella quale racconta le vicende della stampa nel Genovesato a cominciare dal 1472. Aspetteremo adunque che la sua continuazione abbia veduto la luce per discorrere largamente e a lungo di queste pregevoli Notizie, che sono corredate d’indici copiosissimi, di tavole in litografia e di fac-simili, e che fino a qui descrivono dugentotrentasei edizioni e contengono varii documenti inediti in appoggio del testo. Il supplemento (al quale dio opera anche il chiarissimo sig. Luigi Tommaso Belgrano) si chiude colla ristampa di una vecchia canzone sopra il sacco di Genova del 1522, già pubblicata per le stampe da Pier Paolo Porro e ora riprodotta nuovamente e con fedeltà sopra un esemplare della R. Biblioteca di Torino.
G. S.
Diciassette famiglie orvietane furono ascritte all’Ordine equestre di S. Stefano, che fondato da Cosimo I, si acquistò gloria combattendo in pro della fede contro i Turchi, e dal Governo provvisorio della Toscana venne soppresso nel 1859. Molti cavalieri ebbe la casata degli Alberici, molti quella de’ Gualtieri e dei Marabottini. N’ebbero i Lupicini, i Lattanzi, gli Albani, i Sensati, i Simoncelli, i Dolci, i Guidoni, i Saracinelli, la casata de’ Marsciano, i Miscinelli, i Magolotti, i De’ Baschi, i Monaldeschi della Cervara, i Magoni e i Febei.
L’autore è un giovane orvietano, che uscito di nobile casa e ricco d’averi, non spreca il tempo e il danaro in vani sollazzi, ma dà opera con molto amore agli studi storici, ne’ quali vorrà certo