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annunzi bibliografici | 163 |
sul borgo e forte di Sarzanello in Lunigiana; raccontò un episodio sconosciuto della vita dello scultore Pietro Tacca. Quirino Bigi descrisse le burrascose vicende di Cammillo e di Siro da Correggio; e della zecca della città di Correggio dette la storia dal 1570 al 1630. Di Guarino Guarini, architetto e matematico modenese, scriveva il cav. Carlo Borghi. Il conte Giovanni Galvani espose le ragioni per cui Dante nel Volgare eloquio nomina dottori i poeti illustri, massimamente occitani e oytani; lesse molte e dotte osservazioni sulla vecchia cantilena di Ciullo d’Alcamo, e parecchie giunte al suo Glossario modanese. Del dialetto reggiano discorse il professor Bernardino Catelani;. antichi e pregiati manoscritti illustrarono Paolo Terrachini e Luigi Lodi; mentre il benemerito segretario, cav. Antonio Cappelli, scriveva, con l’aiuto d’inediti documenti, la storia di Galeotto Manfredi, signore di Faenza, e raccoglieva dagli autografi e curava la stampa di una dotta scrittura del Cavedoni, con che dichiara sessantasei monete dell’isoletta di Lipari.
La morte tolse alla Deputazione il conte Gio. Francesco Ferrari Moreni, mancato ai viventi ai 18 di ottobre del 1869; ma di quattro soci si accrebbe la Deputazione stessa nelle persone del commendatore Luigi Zini, del prof. Pietro Caddi, del dottor Giuseppe Ferrari e dell’avv. Pietro Bortolotti.
G. S.
Queste tre lettere sono scritte tra il cadere del luglio e il cominciare dell’agosto dell’anno 1495; e sono scritte da Mantova dove si trovava in quel tempo messer Giovanni Mignanelli in qualità di oratore della Repubblica Senese presso il pontefice Pio II, che a Mantova aveva intimato un concilio per commuovere le potenze cattoliche a stringere la lega disegnata già da Niccola e da Callisto, suoi predecessori, contro il Turco. Ora di questa lega, che non ebbe effetto, come raccontano le istorie, si discorre nelle lettere presenti. Il Mignanelli persuase il papa a toccar Siena nel far ritorno da Mantova, e trattò con lui di altre faccende a vantaggio della Repubblica.
Le lettere sono scritte in italiano, ma assai rozzamente, e mostrano che il Mignanelli non fosse addentro per nulla nelle cose di Stato. Furono tratte dal R. Archivio di Siena, e vennero corredate di alquante note per cura del sig. Luigi Fumi, che impiegò molta diligenza in questa pubblicazioncella.
G. S.