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necrologie | 161 |
che per paura del passato a volte sfatava anco i pericoli dell’avvenire; fidando nella presente civiltà, della quale peraltro come conosceva le forze così non ignorava le magagne.
Dei casi della sua vita poco o nulla sappiamo; e detto delle sue benemerenze verso gli studi storici e verso la patria, vogliamo aggiungere soltanto che il Governo italiano, oltre ad avere assunto il Sagredo al Senato del Regno, gli diede argomento di singolare stima e fiducia, quando lo chiamò a presiedere la Commissione nominata per riferire sui codici e sugli oggetti d’arte che il Governo austriaco s’era impegnato di restituire all’Italia col Trattato di Vienna. Ed anche il benemerito Querini Stampalia nel fare a pro della cultura veneta quella generosa fondazione che gli valse pubblica ammirazione e riconoscenza, nominò il Sagredo tra gli esecutori delle sue ultime disposizioni.
Questa operosità di studi proseguita per tutta la vita con ardore instancabile, virtù che raramente s’incontra in chi non è nato sotto l’austera disciplina del bisogno, ci sembra che assicuri al Sagredo un nome onorato nella storia della letteratura odierna; e noi conchiudiamo queste brevi parole sul nostro compianto amico, augurando al patriziato veneto uomini della sua stampa.