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nel medio evo | 11 |
interessantissime liti, e mentre con somma sollecitudine si disbrigava il processo, nulla d’altronde si ometteva, che ad indagare la verità fosse necessario. Comprendendosi di poi quanto importante alla sicurezza comune pr molte cagioni si sia il conoscere pienamente i fatti delle questioni, ed i motivi di deciderle, in ogni causa un atto, siccome dissi, dal notaio si compilava, che la storia della lite conteneva unitamente ai documenti ed alle ragioni che le parti adducevano, ed in fine la sentenza che si pronunziava. In tal guisa di leggieri potevasi conoscere, se rettamente avessero i tribunali profferito il loro s’indizio.
XIV. Tali appunto sono i placiti che ho citato; ed in quello del 1014 risguardante il castello di Bocchignano, espressamente si legge: «Judices . . . hanc notitiam brevem omnimodo fieri decreverunt ex lite et contentione quae super ascripta esse videtur, et in posterum propter cautelam replicationis nulla valeat controversia replicari ni /quo modo, et si quando fortasse malitia humanae procacitatis peccatis imminentibus aliqua fuerit orla contentio hujus paginae serie quae nunc promulgata et in omnibus confirmata esse cernitur publice ostensa totius litis omniumque zizaniorum amoveat questionem».
XV. Nè voglio quivi omettere di riferire il modo dignitoso, con cui in que’ tempi creavansi in Roma i giudici ed i notaj, che scriniarj talvolta si appellavano. Cencio Camerario ce ne conservò nel suo famoso codice manoscritto un distinto ragguaglio, che lo riferirò per intiero. Qualiter Judex et scriniarius a romano pontifice instituitur.
XVI. Quum presentatur domno pape ille qui judex est examinandus, examinatur prius a cardinalibus, qualiter se in legum doctrina intelligat, et si legittime natus fuerit et laudabiliter conversatus. Qui si idoneus repertus fuerit, hominium et fidelitatem secundum consuetudìnem Romanorum domno pape humiliter exhibet. Sed in ejus juramento hoc additur: «Causas quas judicandas suscepero, post plenam cognitionem malitiose non protraham, sed secundum leges et bonos mores sicut melius cognovero judicabo Instrumentum quoque falsum, si in placito ad manus meas forte devenerit, nisi exinde periculum mihi immineat, cancel-