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PRIMA POSCRITTA
alle
OSSERVAZIONI INTORNO ALLA RELAZIONE
SULLA SINCERITÀ DEI MANOSCRITTI D’ARBOREA
pubblicata negli Atti della R. Academia delle Scienze di Berlino
1. La Rivista Europea, nel fascicolo di dicembre dell’ora scorso anno (Firenze, anno II, Vol. I, pag. 3-17) publicava, quale rivista delle precedenti mie Osservazioni sulle Carte di Arborea, un articolo di Monsignor Liverani, intitolato: Le Carte d’Arborea, e l’Academia delle Scienze di Berlino.
Sarebbe al tutto inutile al nostro proposito prendere qui per intero ad esame quel breve scritto; la questione che trattiamo non ne verrebbe in alcun modo illustrata. Ne citeremo adunque e ne esanimeremo soltanto alcuni brani sparsi, che ci paiono avere qualche importanza per chi voglia dare giudizio sulla presente questione; e sopratutto ne trarremo occasione a recare alcuni nuovi argomenti , e a porre in maggiore evidenza alcuni fra quelli già addotti, a dimostrazione della sincerità delle Carte di Arborea.
2. Quasi in sul limitare del suo articolo il Livorani, parlando della Relazione Academica di Berlino, fa (pag. 4) la notevole confessione, che «nessuno degli argomenti allegati dai dotti alemanni abbia il valore di una dimostrazione, e perciò dia loro il diritto di dichiarare false le Carte di Arborea». Ma tosto, in piena contradizione colla verità della premessa, concliiude: «Le cose però dai medesimi dette, e non contradette a pieno dal Conte di Vesme, sono tante e tali, da renderle ad ogni modo sospette, e abandonarle alla universale riprovazione». Ed altrove (pag. 15),
Volgendo suo parlare a me per punta,
«Si arrenda, dic’egli, alla leale sapienza dei severi alemanni, al valore dei quali si sono arrese le più bellicose nazioni di Europa.