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132 rassegna bibliografica

I miseri Ebrei, tollerati perchè spesso soccorrevano di denaro i potenti, quasi sempre ai verde, pure in Fermo erano esposti agli impeti dei popolani, ed anche, ove rapacità consigliava, de’ nobili. Nel 1396 i nobili esterni, fatto impeto in Fermo al grido viva lo popolo e la gente ghibellina inceperunt derubare et mittere ad saccum totam Judeam, idest omnes iudeos. Da questa Cronaca si raccoglie, che nel 1107 il partito di Lodovico di Baviera col marchese papale contro Ladislao, fornito dai Della Rocca, ghibellini d’Ascoli Piceno, entro in quella città, e che certo Macchiato con altri Fermani andava spargendo per Ascoli sale, miglio e lupini, pare a segno di città deserta, perchè molti ne erano fuggiti. Le rivalità tra Ascoli e Fermo rimontanti alla guerra sociale, apparivano forti frequentemente. È curioso il fatto d’un frate Antonio che, nel 1412, tratti seco venti fanatici tra uomini e donne, e fattili spogliare nudi al fiume Tenna, e battezzatili, con loro, nudo affatto lui, e nudi affatto tutti, giunse in piazza S. Martino a Fermo, dove vennero poi carcerati per ordine del vicario del vescovo.

Con molto amore il cronista descrive gli sforzi de’ Fermani per liberarsi dalla tirannide degli Sforzeschi, e come nel 1440 cedettero il Girifalco, come fu poi diroccato, e come il partito popolare per afforzarsi si conciliò coi vicini, e fece la pace anche cogli Ascolani contra tirannicam pravitatem Sfortianorum et aliorum tyrannorum; come mediatore sia stato il benemerito domenicano Iacopo da Monte Prandone; come per questa pace vennero due giureconsulti con sei sindaci e circa quattrocento cittadini ascolani colle confraternite e con palme d’olivo. Entrati per porta S. Giuliano, e giunti nella piazza maggiore, ivi, dopo la predica dei frate Iacopo, cantando rime volgari si abbracciarono e baciarono Ascolani e Fermani, ed ogni famiglia di questi volle avere ospite alcuno di Ascoli. Quattro anni dopo ad Ascoli si pose sul ponte Solestano lapide commemorante la lega fatta tra Ascoli e Fermo. Il dotto De Minicis con 218 note viene illustrando e completando così questa Cronaca da fare quasi una storia compita per tutti gli anni che abbraccia.

Nei documenti fermani pubblicati in questo volume, rinvengonsi anche parecchie voci degne di considerazione. E spe-