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108 rassegna bibliografica

screditato. Il papa non esitava a dire, al cospetto del monarca spagnolo sentirsi, qual sovrano, come la mosca accanto all’elefante; ma consolavasi calcolando le casse sue essere piene, vuote le spagnuole. Quanto però alla penuria francese, la trattava con disprezzo tale, che il cardinale di Joyeuse non ardiva ripeterne le parole al suo re. Aveva poca stima dei consiglieri di Filippo dopo morto il Granvela, ed attribuiva alle mediocrità, di cui erasi circondato il re, non più sofferente d’opinione indipendente dalla propria, gli infelici successi di tante imprese e lo stato lagrimevole della marina. Ma pregava Iddio di avere sotto la sua guardia il re, giacchè altrimenti si vedrebbero cose strane in Spagna e in Italia – «la vita sua è preziosa in questi tempi»: tali erano le parole da lui dirette ad Alberto Badoer. In un momento solenne, in presenza del sacro collegio chiamò la punizione del cielo sul capo di Enrico III, e cacciò dal concistoro il Joyeuse, il quale tentava di difenderlo. Nelle relazioni diplomatiche vediamo il riflesso della varietà del concetto, che Sisto quinto aveva dei due sovrani. Il papa battagliava coll’ambasciatore spagnuolo, mentre trattava male e qualche volta con disprezzo gli inviati francesi. L’Olivares lo sfidava nel proprio palazzo, minacciandolo di protesto legale per mancanza di parola, facendogli sentire il ferreo pugno, quantunque il papa adirato gli volgesse le spalle. Il coraggiosissimo Pisani disse un giorno, dover procedere con cautela, giacchè il papa sarebbe tale da gettarlo dalla finestra.

Il ristabilimento dell’unità della fede nel mondo cristiano, ove fosse possibile senza turbare l’equilibrio degli Stati, la cui importanza era presente alla mente del papa, quantunque in quel tempo non ne fosse se non imperfettamente svolta la dottrina: tale era il pensiero fondamentale della politica di Sisto quinto. Siffatto pensiero era in armonia colle condizioni e coi bisogni della propria posizione, qual sovrano italiano; condizioni e bisogni spesso manifesti ed incalzanti, prima di Sisto quinto maggiormente nei tempi di Leone X, Clemente VII, Paolo III e IV, nel secolo susseguente viepiù sotto Urbano VIII. Abbiamo veduto quali apprensioni destasse nel papa la possibilità anche più lontana di preponderanza spagnuola. «Lo pregai - così scrisse il cardinal d’Este al