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materiale, ove l’autore non si fosse trovato coadiuvato da trent’anni di studj e dalla non comune pratica de’ luoghi.

Le difficoltà maggiori consistevano e nella vasta estensione e varietà dell’argomento, e nei limiti al medesimo assegnati. L’autore erasi proposto di trattare, e sotto il punto di vista storico, e sotto quello della topografia e dell’arte, di Roma pagana e della cristiana dei Cesari, di Roma medievale e della moderna, abbracciando la storia politica e quella della chiesa con essa collegata, la storia delle lettere e delle arti assieme alla descrizione dei luoghi.»La Città soltanto — tali sono le parole del prof. Pietro Capei, nella rivista che egli fece del primo volume nell’Archivio storico italiano che si pubblica a Firenze — parrebbe, a prima giunta, che fosse il suo tema. Ma chi consideri come questa città fu sempre metropoli dell’orbe, e la sua storia stendesi quanto il mondo lontana; e che egli assumeva il carico di rappresentare in un corpo solo e con la debita chiarezza ai suoi leggitori la origine e le vicende della città, comprenderà di leggeri come egli sapesse avvalersi dei tesori che aveva tra mano, e nella storia della città congegnasse la storia politica e religiosa del popolo romano. E infatti l’autore comincia a dire di Roma al suo sorgere sotto i Re, e dei suoi incrementi sotto la Repubblica, senza ingerirsi in disquisizioni erudite e sottili: scende poi a parlare distesamente dei gloriosi tempi di sua libertà, dell’età imperiale, delle lettere, delle scienze, delle arti belle del gentilesimo; a diroccare il quale nasceva intanto il cristianesimo, e seguitava poscia la decadenza dell’impero, e in conseguenza la irreparabile trasformazione della città. . . . Queste cose tutte pigliò l’autore a dire e trattare sulla scorta, se vuolsi, di tanti e tanti mai scrittori i quali tolsero a subietto dei loro studj o l’uno o l’altro punto della storia di una città che dura più d’ogni altra illustre, e quale mai non vide da ventisette secoli la mente degli uomini, come quella di cui maggiore non potè il sole giammai contemplare. Ma si fece a trattarne con tale e tanta diligenza, con tale possesso degli autori, con tal pienezza e signoria di concetto, con si temperata e lucida mente, che o egli parli dell’antichità nei varj tempi, delle arti, dei maestosi edilizj, o dei sottili avvolgimenti della storia, questa che si presenta, quasi direi come una compilazione, ti riesce invece in una opera originale.»

Tutta l’opera va divisa in nove libri, tre per ciascun volume. Il I° libro contiene l’epoca dei re e quella della repubblica, e si ripartisce in tre sezioni. La prima sezione dopo di aver