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352 annunzi bibliografici

purele poche monete d’oro di Carlo Magno, e col severo Conte Maluzzani restituisce a Carlo Magno il denaro col Mediolanum.

Fra le cose rare che possiede e descrive si notano: Un centinaio di lettere segrete a Federico II Gonzaga relative all’assedio di Firenze del 1530; Sigilli lombardi di preture feudali; Monete ossidionali in cuoio, monumenti numismatici della peste di Milano del 1630, moneta e medaglie cabalistiche e magiche.

Il Morbio si occupò con predilezione di monete, ed il di lui medagliere ordinato per tempi e regioni, è ricchissimo e raro. Con quello e coi viaggi e coi consigli di Maluzzani, Zardetti, Cavedoni, Lopez, San Quintino, Schweitzer, fa monogratìa storica delle zecche italiane, togliendo parecchi errori, adducendo fatti nuovi.

Nel Museo che ci schiude, noi troviamo terrecotte, vetri, piombi, bronzi antichi, cristiani e bizantini, capi d’arte del medio evo e del rinascimento. Fra i dipinti che ci sono, più ammirabile per rarità è una tavola di Antonello da Messina l’introduttore in Italia dell’arte di dipingere a olio. Questa tavola del Morbio ha la firma dell’artista e parecchie figure. Ove si pensi che una mezza figura di Antonello fu pagata nel 1865 pel Louvre L. 113,500, si comprenderà il pregio di questa. Le fanno corona dipinti di Taddeo Gaddi, di Giotto, del Moretto, del Borgognone. Fra gli intagli vi spicca un grande scrigno di quercia del secolo XVI che era de’ frati di Chiaravalle.

L’autore delle Storie de’ Municipi italiani dovea avere grande copia ed eletta di libri e diplomi e statuti. Infatti qui descrivendo la biblioteca sua, dice che possiede alcune migliaia di storie italiane, e carte geografiche de’ secoli XV e XVI. Mostra un Dante pubblicato a Firenze dal Della Magna nel 1481 colle stupende miniature di Gaetano Speluzzi. Nella biblioteca accolse pure alcune migliaia di stampe classiche antiche, mappe ed illustrazioni militari ammirate dal Maresciallo Vaillant nel 1859, autografi preziosi, tra i quali lettere di Napoleone I. Descrivendo questa raccolta toglie argomento a dimostrare che le carte da giuoco vennero dagli Arabi, che erano simboliche, che dagli Spagnuoli dicevansi naibi, parola, che nelle lingue semitiche vale astrologia.

Di pergamene ne ha alcune migliaia dal 910 al 1500. Possiede anche tre papiri egiziani, e diede un papiro ravennate del VI o del VII secolo all’Archivio di S. Fedele. La dotta Germania vi è attirata specialmente da lettere del re Enzo, da Vercelli, del 1243, onde l’insigne storico Raumer disse lodi dell’Archivio del Morbio. Del quale sono pure quelle due notevoli lettere del prete Giuseppe Ripamonti che diede al Manzoni l’argomento ai Promessi Sposi, quelle lettere che testè pubblicò Tullio Dandolo amico del Morbio, e che