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350 annunzi bibliografici

Negli anni della ricuperata libertà, il re Evagora fece rifiorire Salamina, e prestò soccorso a Conone ateniese contro i Lacedemoni (a. 394 a. C). Il regno d’Evagora, dice l’A., è forse la più splendida pagina del regno di Cipro. E da Isocrate cerca i tratti più salienti di questo re illuminato, che non valse però a rialzare la potenza della sua isola. Quelle costituzioni democratiche e quei perseverante principio di federazione che provocarono il miracoloso sviluppo delle città greche nell’Asia e nell’Europa, e nel medio evo quello delle città italiane, che ne sembrano copia, pare sia sempre mancato alle città di Cipro, per la prevalenza dell’elemento aristocratico fenicio, quell’elemento che impedì alle colonie fenicie nella Grecia, nella Sicilia, nella Spagna di svilupparsi e di propagare il linguaggio semitico. L’Etruria che sa di semitico, ad onta della miscela dell’elemento pelasgo, rimase pure rituale, e solinga vi si serbò la speciale favella. Noi speriamo che per le scoperte di Palma si possano aumentare così i documenti di confronto tra Cipro e l’Etruria, che qualche acuto ingegno ne tragga responsi.

Il nostro scrittore, raccontato come Cipro ricadde ai Persiani sotto Artaserse, mostra che vinto Dario da Alessandro, i Ciprioti prestarono a questo navi ed attrezzi per la espugnazione di Tiro. E poscia gli arredarono le navi fatte costruire a Lampsaco coi cedri del Libano, e gli fornirono i migliori artefici per le costruzioni del naviglio nei fiumi dell’Assiria e dell’India.

Noi rinunciamo a seguire lo scrittore nel laberinto dell’immorale dominio de’ re dell’Egitto successori d’Alessandro, ai quali fu assegnata l’isola, la cui storia di quel tempo ha poco interesse generale. I Romani, che per le speciali loro costituzioni militari e sociali erano spinti a dilatare i dominii colle guerre, come, vinta Cartagine e Corinto, vennero nelle acque di Cipro, trovarono occasione di imdronirsene, e vi spedirono Marco Porcio Catone. Il quale, venduti i tesori regi di Cipro, portò a Roma l’ingente somma di settemila talenti, e Cipro fu ridotta a provincia (a. 57 a. C.), della quale cinque anni dopo prese il governo M. Tullio Cicerone che liberò Salamina da spietati usurai romani che l’aveano preceduto.

Fenici ed Ebrei rimasero sempre in quest’isola tanto opportuna ai traffici, e ricca di cose peregrine. Barnaba compagno di S. Paolo era un ebreo di Cipro, che venne poi in patria lapidato dai suoi, che sotto Traiano sollevatisi nell’isola fecero stragi di Romani e di abitanti d’altre nazioni assenzienti ai Romani, ma vennero poi vinti e sterminati. D’allora in poi Cipro, dice l’A., rimane per più secoli dimenticata dalla storia. Solo vi emergono i prodigi che vi operò S. Elena, la leggendaria madre di Costantino, che vi portò la croce del buon ladrone.