Pagina:Archivio storico italiano, serie 3, volume 12 (1870).djvu/59


fra venezia e ravenna 55

nulla nell’istoria della invasione longobardica, se Longino non avesse dato ricetto a Rosmunda regina, e so questa non vi fosse morta di veleno insieme al marito secondo che conta la spaventosa istoria a tutti nota.

Ma finalmente Faroaldo II duca di Spoleto tentò la ricca preda ed assalita improvvisamente Classe, vi si mantenne finchè il re Liutprando uditi i richiami dell’esarca, condannò quella occupazione. Ed aiutato da Doctrulfo, l’esarca riebbe Classe, ma si obbligò a pagare ogni anno ai Longobardi trecento libbre d’oro.

[Abiezione dell’esarcato.] Così fatto tributario dei barbari, l’esarcato perdette ogni autorità, e conscio della sua degradazione non ebbe più ritegno nello emulare la corruttela della corte bizantina. Allora tributi di inaudita gravezza imposti a’ popoli già tanto malmenati ed impoveriti, allora tolti i vasi sacri alle chiese e per questo siccome sacrilego ladrone ucciso dal popolo di Ravenna l’esarca Giovanni Lemigio con tutti i suoi giudici. E così la storia dello esarcato si va mutando in nefanda cronaca di uccisioni e di tradimenti. [Esempli dell’esarca Isacio.] Basti per tutti lo accennare le vicende dell’esarca Isacio, che ito a Roma per confermare Severiano novello pontefice, fu da tutto il popolo e da tutti gli ordini dei sacerdoti, che con festosa pompa gli mossero incontro, introdotto nella eterna città. Ivi tutte le vie coperte di fiori, tutti i templi illuminati, tutte le campane sonanti a festa. Confermato che ebbe il nuovo papa nel tempio di S. Giovanni in Laterano, questo esarca, ricchissimo d’onori ma povero d’avere, incominciò a lamentare di non ricevere guiderdone condegno al lungo e malagevole viaggio da Ravenna a Roma, e saccheggiò il tesoro della Chiesa con scandalo e dolor grande de’ buoni Romani, ma pur aiutato da alcuni cittadini. E così le scontente milizie furon quotate, il tesoro di Costantinopoli arricchito, ed il governo di Ravenna potè in parte pagare i suoi debiti e sopperire alle spese.

Poco dopo Tasone duca di Toscana si avvicina a Ravenna con le sue genti; ed ecco che alcuni messi lo pregano ad abboccarsi (la solo con l’esarca senza introdurre l’esercito nella metropoli pe’ riguardi dovuti al sospettoso imperatore. E Tasone entra solo, ed i messi gli fanno strada; ma appena sono passate le porte, si rivoltano indietro, gli sono addosso, e trafittolo di mille colpi lo