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SOCIETÀ COLOMBARIA FIORENTINA
Adunanza solenne del 25 di maggio 1870.
Voi conoscete quel disco di bronzo che si conserva nel nostro piccolo museo, e ne avete ammirato lo squisito lavoro: ma tutti rimanemmo colla curiosità d’intenderne il significato, di conoscerne l’uso. Sei zone dentro una circonferenza di settantasette centimetri; e in quella più accosta all’orlo, un’infilzata di settantadue campanelli: poi digradando verso il centro, sei versi di latino fortemente abbreviato; e poi le figure dello zodiaco, dentro tanti quadri separati da due lise, che portano il nome d’un’erba e d’una pietra. Segue, sempre ristringendo, una zona co’ segni de’ mesi: e un’altra con quattro versi delle solite abbreviature. Sulla linea dell’ultimo verso, rompendone in dodici punti le lettere, passa e ripassa un nastro che forma quattro volte un triangolo, equilatero, inscritto nella circonferenza, da parere a prima giunta una stella; nel cui centro è un tondo forato, con un pezzo mobile, più moderno del disco e più goffo; dentrovi il globo con la croce, come si vede in mano alla Maestà imperiale de’ suggelli e delle monete, racchiuso da un triangolo che da ogni lato ha tre stelle. Qui sarebbe il caso di domandare col Panciatichi: Vi ricordate voi del caos? L’apio, l’assenzio, il napello, con altr’erbe buone o malefiche, sino a dodici; il sardonio, l’agata, il diamante, con altre pietre preziose e miracolose, fino a dodici; Beniamino, Gabriele, Gioele, Giove, Mosè, fino a sessanta tra capi di tribù, angeli, profeti, patriarchi e iddei. A tutti questi nomi aggiungete le imagini del leone, d d sagittario, de’gemelli e via discorrendo; i suddetti campanelli; passi scritturali presi a vanvera, e smozzicati a capriccio; sei triregni maritati a sei corone imperiali; dodici serafini che tengono con ambedue le mani un piattello con un emblema variato; finalmente, una