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44 | delle antiche relazioni |
calata di Radagaiso e delle sue torme di Goti, l’antica metropoli parve malsicura, e Ravenna capo della Gallia Cispadana, che giaceva tra il Po e l’Apennino, e frequente soggiorno degli imperadori asilo decoroso e sicuro. La vasta palude che l’attorniava toglieva ogni pericolo d’invasione; il mare che bagnava le pinete di Classe le agevolava i soccorsi di milizie e di vettovaglie, ed in ogni estremo caso il prossimo naviglio guarentiva la fuga1. Inoltre meno discoste che da Roma erano da Ravenna le principali Provincie dell’imperio. Che dalle bocche del Po certe navi chiamate cursorie o dromoni, di fiume in fiume portando in poco d’ora a Pavia ed alle falde delle Alpi, più breve riusciva il transito alle Gallio, nè troppo lungo dall’altro lato era quello al Norico per l’Illiria e per la Pannonia con vie non malagevoli.
Ma qui bene osserva il Troya che per questo Ravenna sarebbe stata metropoli acconcia per un imperio tranquillo e sicuro, ma che fu poi men riparata di Roma quasi posta in sul confine quando le genti che abitavano oltre l’Alpi si fecero minacciose e ribelli e tante schiatte discesero ai fertili campi ed ai tepidi climi d’Italia. Infatti il vecchio impero cadde senza contrasto, ma con esso non cadde giù. la giovine metropoli, la quale s’accrebbe più per la rovina de’ Romani di quello che non avesse fatto per la loro prosperità.
[Ravenna trasformata da Teodorico] E novello splendore ebbe dai barbari e raggiunse l’apice di sua grandezza regnante Teodorico che v’apportò una reggia ed un popolo orientale. Che se Teodorico volle conservate le leggi e le usanze romane, pure Ravenna fu rapidamente trasformata per la gente tanto cresciuta, per le opere pubbliche, pe’ costumi privati e per le regie pompe le quali furono tutte orientali, come rivelano i monumenti e specialmente que’ musaici ove sono figurate le cerimonie, le vesti e
- ↑ Quando Costantino, trasferita la capitale a Bisanzio, ebbe diviso tutto l’impero in quattro prefetture con un Prefetto del Pretorio, e le prefetture in diocesi, e le diocesi in provincie, la provincia de’ Veneti fu una di quelle diciassette in cui fu ripartita l’Italia e fu detta Consolare. La reggeva il Correttore della Venezia e dell’Istria con titolo di Conte. In questa provincia furono sedici presidii militari, de’ quali uno di soldati barbari a Padova sotto il Prefetto dei Sarmati Gentili, mentre a Ravenna stanziava una milizia romana detta de’ Giuniori italici: di sopra il Po pare tutti i soldati fossero barbari, di sotto tutti romani.