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168 rassegna bibliografica

avere tutte le buone parti del padre, e nessuna delle cattive»1. Prima bensì che partisse di Parigi, gli erano rassegnate pensioni a lui, al fratello Tommaso, e al cardinale; e il Nunzio ne scriveva: «di questo matrimonio, senza dubbio s’è promesse cose grandi Savoia: ma i Francesi non sono sciocchi cogli stranieri, sebbene fanno qui tante pazzie fra di loro. Qui hanno preteso e pretendono che Savoia debba fare a loro modo, e non essi a modo di Savoia; e di già con queste pensioni assegnate al Cardinale e al principe Tommaso; colla compagnia d’arme data al principe di Piemonte, e colla pensione di cinquanta mila scudi che si crede che sia per darglisi, vengono i Francesi a mostrare al mondo che hanno sotto la loro dipendenza la Casa di Savoia, e che hanno fatto stipendiarli, per così dire, tuti i figli del duca. E il peggio è, che Dio sa come saranno pagate le dette pensioni; perchè qui sono sì frequenti le turbolenze e sì disordinate le spese, che non si può fare gran caso di queste loro pensioni»2. E rimanendo pur tuttavia il principe in corte, apertamente si vedeva come dal padre venissero fatte pratiche per accostar Francia alla lega di Venezia e Savoia: nel quale intendimento voglionsi spiegare i grandi e ricchi presenti da lui fatti, specialmente «di cavalli d’Italia guarniti d’arnesi molto sontuosi», ai conti di Soissons, e d’Auvergne, e al duca di Monbazon, e al grande scudiero; e di gioie al signor di Luynes e sua moglie; fra le quali «un diamante da dito di venticinquemila scudi»3. Col Nunzio bensì, personalmente, non correva nessuna relazione. Non si erano mai visitati, per ragioni di etichetta, sul dare o ricevere la diritta. E il Segretario di Stato informandosene dal Nunzio, questi gli diceva in una sua del 22 maggio: «A caso, un giorno, io incontrai in una scala del Louvre il principe di Piemonte, e compii allora come dovevo, e S. A. ancora, molto cortesemente, con me. Da questa occasione in fuori non ne ho avuta alcuna di parlar seco»4, se non un’altra pochi giorni prima che il principe partisse

  1. Lett. 1665, del 24 aprile.
  2. Lett. 1667, del 24 aprile.
  3. Lett. 1682, dell’8 maggio. Nota.
  4. Lett. 1692, del 22 maggio.